8 settembre 1943: dalla festa al dramma

 Erano le otto di sera dell'8 settembre 1943 quando fu dato l'annuncio dell'armistizio dell'Italia con le forze Alleate. L'Italia accese i fuochi, suonò le campane, cantò e ballò persino nelle aie, per strada e nelle piazze in preda a un'euforia che durò poco. In realtà l'8 settembre fu uno dei giorni più enigmatici e tragici della storia politica, sociale e militare d'Italia. E fu anche il giorno delle scelte, delle attese e di una memoria (non sempre condivisa) che protagonisti, più o meno noti, hanno riversato nella scrittura e nella testimonianza, raccontando, in un modo o nell'altro, quello strano giorno in cui la guerra che doveva o sembrava finire, non finì.

Tutti a casa, come diceva il titolo di un celebre film di Luigi Comencini? Non proprio: sarebbe stato troppo bello, visto che la realtà si rivelò presto dura e nefasta, chiamando ognuno a scegliere se camminare verso Nord, dove si sarebbe presto costituita la Repubblica di Salò o andare verso Sud, dove erano gli alleati, come ricostruisce e spiega Sorcinelli. Da una parte chi grida al tradimento e resta fedele ai propri giuramenti e alle proprie idee e, dall'altra, chi sale in montagna per resistere e cercare di liberarsi di quella che diventa subito un'occupazione nazista. Alla ''Storia della Resistenza armata al regime fascista'' è dedicato il bel libro del 1960 dell'americano Delzell, scomparso nel 2011 e che resta un punto di partenza centrale per lo studio della lotta di liberazione, ricostruendo l'opposizione a Mussolini dalla dissidenza cattolica degli inizi e dal delitto Matteotti in avanti, lungo il ventennio e sino all'8 settembre e la lotta armata. Certo che il 1943 resta uno degli anni più aspri e emblematici della storia italiana recente, col crollo del fascismo, mesi di fuga e disonore, ma anche di orgoglio e riscatto, fine e inizio. Li ricostruiscono due giornalisti, Gasparini e Razeto, utilizzando tutti i documenti possibili, gli articoli di giornale italiani e stranieri, rapporti ufficiali, materiali storici del nostro esercito e dei comandi alleati, discorsi, lettere, diari ( da Bottai a De Bono e Ciano), ricordando che fu l'anno anche del 25 luglio, dello sbarco in Sicilia, come della ritirata di Russia e delle ultime battaglie in nord Africa. Ed è comunque da quelle radici, nel bene e nel male, che germoglia l'Italia come l'abbiamo oggi.



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