Un tuffo nel passato per la chiusura del festival dei borghi

 Un tuffo nel Medioevo, tra arcieri, uomini in armi, cortei storici e sbandieratori. Ad ogni angolo del paese contadine in costumi d'epoca e cavalieri animano gli scorci più suggestivi. E non è pura e semplice rievocazione storica. Gli antichi telai tessono le lane di produzione locale, da un forno in terracotta il profumo dei biscotti caserecci si spande invitante nell'area. Sui banchi l'esposizione dei prodotti tipici locali: i vini e gli olii abruzzesi, il pecorino di Campo Imperatore, salumi e miele. L'entroterra abruzzese in tavola. È l'immagine festosa dell'ultima giornata del festival nazionale dei Borghi più belli d'Italia, che si è chiuso ieri a Castel del Monte. L'immagine che la manifestazione e i suoi ideatori vogliono trasferire all'esterno, anche oltre i confini nazionali, per promuovere il territorio e quel «turismo di eccellenza» su cui far leva per risollevare le sorti dell'economia locale. Su questo punto ha posto l'accento il sottosegretario all'editoria e all'attuazione del programma di governo, Giovanni Legnini, nel suo intervento al convegno sulle “Eccellenze enogastronomiche e naturalistiche per il rilancio del polo di attrazione turistica del Gran Sasso”. «Sono felice di essere qui», ha esordito Legnini, «mi complimento con i sindaci che hanno organizzato l'evento, curando ogni minimo dettaglio. Questo festival dimostra che il trinomio borghi, natura ed enogastronomia rappresenta una leva formidabile per lo sviluppo della nostra regione. L'Abruzzo, concentrando le risorse e facendo scelte concrete, può diventare capofila nazionale di questo nuovo modello di crescita – non solo economica – grazie al numero e bellezza dei borghi, all'estensione e alla qualità delle aree protette e alle eccellenze enogastronomiche. Un insieme unico», ha sottolineato Legnini, «che ci consente di candidarci a diventare capofila nei circuiti turistici legati alla valorizzazione degli antichi borghi». L'affluenza di pubblico proveniente da ogni parte d'Italia e la presenza di numerose delegazioni straniere dimostra la propensione, sempre più evidente, verso un turismo che si fonda su cultura, natura e produzioni locali. «L'Abruzzo», ha dichiarato Fiorello Primi, presidente dell'associazione nazionale Borghi più belli d'Italia, «ha dalla sua un ambiente incontaminato, frutto di un sottosviluppo del passato che si traduce in nuove prospettive per il futuro. Il tema della bellezza – e in questi scorci paesaggistici la bellezza di certo non manca – può essere sviluppato nella maniera migliore. Ma sta alle istituzioni locali e alla società abruzzese investire su questo filone e crederci veramente per ottenere risultati concreti e far restare i giovani sul territorio». Primi ha auspicato per le aree interne dell'Abruzzo «un nuovo sviluppo sostenibile e durevole, basato sulle risorse del territorio». La rinascita dei borghi, feriti dal sisma del 2009, è un primo passo verso il traguardo: ricreare ed incrementare flussi turistici costanti. «Il festival nazionale dei borghi più belli d’Italia» ha commentato la vicepresidente della Provincia, Antonella Di Nino, «è una vetrina importante per lo sviluppo del turismo, uno degli elementi che possono concorrere alla ripresa del territorio. L'Abruzzo deve entrare in una mentalità turistica a vasto raggio, che non può prescindere dal potenziamento dei servizi e delle infrastrutture in un territorio montano, molto vasto. Questi borghi meravigliosi, collocati da secoli in un isolamento naturale, traggono proprio da questa caratteristica il punto di maggiore attrattività. Tuttavia, vanno inseriti in una rete programmatica di collegamenti che li renda fruibili, senza intaccarne l'incontaminata bellezza e gli scorci mozzafiato». E a questo tema è legato, a doppio filo, lo sviluppo del Gran Sasso, e più in generale delle zone interne, ricche di bellezze naturalistiche e di un'enogastronomia fatta di produzioni tipiche locali e di tradizioni culinarie che si tramandano di generazione in generazione. Alla parte istituzionale della manifestazione, legata al convegno sulle eccellenze locali, ha fatto da corollario la festa, con il concerto bandistico in onore dei pastori e lo spettacolo del gruppo Sbandieratori della città dell'Aquila. In serata, i fuochi d'artificio a rischiarare la torre antica di Castel del Monte e, in lontananza, la Rocca di Calascio. Simboli suggestivi di un Abruzzo che, nonostante le ferite inferte dal terremoto, conserva intatto il suo fascino.

- da Il Centro -



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