L'opposizione sta diventando maggioranza...Cialente minaccia: tutti a casa

 O si riga dritto o si va tutti a casa. Lo aveva sibilato venerdì sera tenendo in bocca una sigaretta (ebbene sì, ha violato il fioretto per la promozione dell’Aquila in Prima divisione). Poi ha fatto la sfuriata in consiglio, ci ha pensato su e ha scritto su Facebook una minaccia di crisi che scuote la sonnacchiosa politica nostrana. Il sindaco Massimo Cialente quando guarda i banchi della sua maggioranza è preso da sconforto vieppiù crescente. Tanto da lasciare il tasto maiuscolo premuto per scrivere che: «Se si deve andare avanti a stento in questo non governo, fatto di veti incrociati e tutela dei propri disegni, sarà giusto ridare la parola ai cittadini. Propongo, pertanto, un patto tra gentiluomini. Decidiamo di ridurre al minimo la fase di commissariamento e torniamo alle urne». Il sindaco, a 500 giorni dalla sua rielezione, ne ha per tutti, specie per il suo partito. «Il Pd si candida a guidare la Regione, mostri di saper risolvere i suoi problemi per guidare L’Aquila. Su Ludovici non conto, poiché il vecchio del vecchio più vecchio, non credo che possa capire che i tempi dei ricattucci è finito. Non è colpa sua. È colpa mia per averne accettato la candidatura. Dovevo saperlo. Tra poco si potrebbe ballare ancora di più. Si devono rinominare le presidenze delle aziende....sai che storie». Le ex municipalizzate sarebbero dovute diventare una sola, ma la strada verso la nomina di un amministratore unico è tutta in salita. Già è cominciata, a sentire il sindaco, la processione di «questuanti» per questa o quella nomina. Anche i gruppi più piccoli tentano di fare la voce grossa. Per i prossimi due mesi i vertici delle aziende sono stati confermati. Poi si vedrà. Intanto il sindaco svela alcuni retroscena inediti sulla situazione politica al Comune. E lancia accuse. «Vedo, con crescente stupore, prima ancora che preoccupazione», scrive Cialente, «un’instabilità della maggioranza. Stupore perché, anziché sentire sino in fondo la terribile responsabilità che grava sulle nostre spalle, si bada molto alla propria visibilità personale, del proprio partito, di propri interessi. Non tutti, chiaramente, ma alcuni sì. Attualmente il consiglio, per legge, ha 32 consiglieri, 18 di maggioranza e 14 di opposizione. Ciò comporta che bastano due-tre consiglieri per mandare sotto la maggioranza. Ormai il consigliere Ludovici Giuseppe, eletto con l’Api, è uscito dalla maggioranza. Non ho accettato un ricatto: o nomini presidente dell’ex Onpi il dottor Tiberi (già assessore del centrodestra) o io, che “ho preso i voti”, passo all’opposizione. Cacciandolo dal mio ufficio, gli ho detto di farlo pure. Siamo passati da 18 a 14 a 17 a 15. Il consigliere Bernardi, sebbene sia il vicecapogruppo del Pd, che dovrebbe essere il partito di riferimento della maggioranza, il suo connettivo, raramente vota a favore (ha sempre una sua coerenza del momento) per cui siamo ormai 16-16. Il consigliere Ermanno Giorgi è ormai un po’ in bilico, anche perché si è già dimesso da vicepresidente del consiglio comunale. Lunedì alle 13 viene con lo stato maggiore del suo partito per un chiarimento definitivo. Potremmo andare a 15 voti di maggioranza e 17 di opposizione. Il capogruppo del Pd l’altra sera ha detto chiaramente che è pronto a mandarmi a casa, attaccando durissimamente il suo assessore Di Stefano, il suo segretario di partito Albano, il suo collega di gruppo Palumbo. Credo che il problema è che lui vorrebbe che si desse un ruolo importante , nella redazione del nuovo Prg, all’ex candidato sindaco del Pdl prof Pierluigi Properzi. Perché racconto tutto? Queste cose sono sempre avvenute, anzi nella scorsa consiliatura fu peggio. Ma prima del sisma queste vicende, molto personali, le gestivo, quasi divertendomi (seppure indignato). Oggi, poiché la città non le può accettare, io non le accetto. La città non le può accettare perché sta vivendo una delle fasi più drammatiche. Ma soprattutto non può perché fuori dalle stanze dove si svolgono i ridicoli riti dell’ipocrisia, ci sono ormai migliaia di cittadini, giovani e non giovani, disoccupati, famiglie disperate, persone che chiedono risposte. La giunta si sta massacrando. Gli uffici non riescono a tener dietro. I comuni non hanno una lira».

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo