Una strada intitolata ai 9 Martiri aquilani

«Bruno D’Inzillo, Berardino Di Mario, Fernando Della Torre, Carmine Mancini, Giorgio Scimia, Francesco Colaiuda, Anteo Alleva, Sante Marchetti, Pio Bartolini. Ragazzi tra i 17 e i 21 anni. I Nove Martiri aquilani». Con questa nota il sindaco Massimo Cialente ha onorato la memoria dei giovani a 70 anni dalla morte. «Era il 23 settembre 1943», prosegue la nota, «quando, nel tentativo di organizzarsi contro l’invasore, furono arrestati dai paracadutisti tedeschi nei boschi vicini a Collebrincioni, dopo un impari conflitto, ritenuto uno dei primi scontri tra civili e militari tedeschi. I nove ragazzi, condotti nella Caserma Pasquali- Campomizzi, furono barbaramente trucidati dopo essere stati costretti a scavare due fosse comuni. Solo nove mesi dopo, le famiglie seppero del tragico destino dei loro figli. Il funerale fu descritto dagli storici come un momento unitario e di forte coesione della città, pervasa da una fortissima emozione». Il consiglio comunale, inoltre, riunitosi nel ricordo del 70° anniversario del sacrificio dei Nove martiri, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno col quale impegna la giunta comunale a intitolare ai Nove martiri il tratto di strada Collebrincioni-San Giuliano, ultimo percorso dei giovani aquilani, con l’apposizione di un cippo lapideo riportante i loro nomi. «È importante riscoprire, oggi, certi avvenimenti», ha commentato il sindaco Cialente, «il senso vero che sta nei fatti accaduti e che noi abbiamo l’obbligo di trasmettere ai nostri giovani. Il sacrificio dei Nove martiri, spesso erroneamente fatto passare come una bravata, è forse il primo atto della Resistenza italiana; noi vogliamo ricordare quei giovani anche nel loro ultimo cammino, nei loro ultimi passi, che da Collebrincioni li hanno condotti a morire tra le mura della caserma Pasquali-Campomizzi. La scuola deve insegnare certi accadimenti, li deve riconsiderare, non certo per indottrinare quanto per dare ai giovani l’opportunità di comprendere l’importanza delle scelte che faranno». «Da questi episodi è nata l’Italia di oggi, quella che i nostri ragazzi, anche attraverso insegnamenti tanto importanti, devono essere in grado di continuare a costruire». Prima del consiglio comunale straordinario, il sindaco ha presenziato alle cerimonie di commemorazione all’Itis, dove è stata deposta una corona nel piazzale dell’Istituto; al cimitero dell’Aquila, dov’è stata deposta una corona nel sacrario dove riposano i Nove Martiri e nella caserma Pasquali-Campomizzi, dov’è stata deposta una corona nel luogo dove i ragazzi sono stati trucidati. Ieri, inoltre, ci sono state anche altre iniziative. Il Comune dell’Aquila, il Comando Militare Regionale abruzzese, l’Associazione Vox Militiae e l’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea hanno voluto ricordare i Martiri attraverso due cerimonie: la prima all’istituto industriale «Amedeo di Savoia duca d’Aosta», la seconda all’interno della caserma Pasquali alla presenza delle autorità civili e militari, del prefetto Francesco Alecci e del sindaco. Alla commemorazione, avvenuta precisamente nel luogo in cui si compì la tragedia, erano presenti gli alpini del Nono Reggimento, una rappresentanza degli studenti delle scuole superiori cittadine, i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e due familiari di due martiri: la sorella di Carmine Mancini, Maria, e il nipote di Fernando Della Torre, Vincenzo Schilirò. Oggi, invece, a partire dalle 9,30, nell’auditorium Sericchi, convegno «Giornate di Storia delle Forze armate Italiane». Il programma: ore 9,30 introduzione del presidente di Vox Militiae, generale Raffaele Suffoletta; 9,45 conferimento del premio Martiri di Cefalonia al maggiore Lorenzo Di Bella Medaglia d’oro al Valore dell’Esercito: Cefalonia 1943; 10,45: conferimento del premio «Ettore Troilo» a Domenico Rizzo per il volume «Vita di caserma. Autorità e relazioni nell’Esercito Italiano nel secondo Dopoguerra». Presentazione del volume con la professoressa Maria Teresa Giusti. L’evento si propone di scavare in maniera obiettiva all’interno dei principali avvenimenti che interessarono le Forze Armate Italiane dopo l’8 settembre 1943. Si parlerà, inoltre, di influenza della situazione internazionale sulle stesse, di rapporti tra il mondo militare e la società nel Dopoguerra e di come la guerra fredda incise sulle scelte fatte dal nostro Paese in materia di politica estera. Nel convegno sarà fatto cenno a un altro evento che si terrà il 5 ottobre a Picciano (Pescara). Si tratta delle resa degli onori alla salma del caporale Sante Pietro Di Giovacchino che tornerà dalla Germania dove fu internato e perse la vita in un bombardamento. In occasione della commemorazione si è utilizzato uno speciale annullo filatelico per obliterare le cartoline. Gli esperti Dino Durastante e Gianfranco Chiodi informano che l’annullo resterà a disposizione per un mese nell’ufficio postale in via della Crocetta. In relazione, infine, al recente intervento dello storico Walter Cavalieri, circa il silenzio imposto a lungo sull’eccidio si registra una breve nota di Franco Marulli, portavoce di un comitato civico. «Quella congiura del silenzio», scrive, «non solo fu attuata verso la città ma anche nella stessa caserma Pasquali dove ci fu la fucilazione. Noi giovinetti che abbiamo vissuto dal 1955 al 1975 in quella caserma non abbiamo mai saputo che nella stessa erano stati trucidati dalle milizie tedesche quei nove giovani. Abitavamo nella caserma in quanto figli di sottufficiali e ufficiali del tredicesimo reggimento artiglieria dei Granatieri di Sardegna e nessuno dei nostri padri e nemmeno il cappellano hanno mai ricordato il sacrificio».

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo