Giovane morto sul Gran Sasso, ieri la prima udienza

 Prima udienza del processo a carico di Paolo Scimia, accusato di avere causato la morte ad alta quota di un compagno di escursione sul Gran Sasso, Massimiliano Giusti, omettendo di soccorrerlo mentre era in corso una bufera. Ieri è stato ascoltato il medico che eseguì l’autopsia, Cristian D’Ovidio, il quale ha ribadito che il decesso, avvenuto il 26 febbraio dello scorso anno, è imputabile a una caduta da un crepaccio che causò lesioni interne. Ieri pm e difese hanno concordato sostanzialmente sulle prove da acquisire riguardanti le trascrizioni di telefonate rivolte al 118 per chiedere aiuto e intercettazioni. Secondo l’accusa Giusti sarebbe stato lasciato solo dal compagno di escursione, più esperto, ma la difesa rigetta tutte le contestazioni. Il processo riprende il 4 febbraio del prossimo anno. Ieri era assente un’importante testimone dell’accusa. L’imputato è assistito dall’avvocato Ferdinando Paone, la parte offesa dal collega Roberto Madama.

 



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