Minorenni costrette con la violenza ad avere rapporti sessuali a pagamento

 Tre patteggiamenti e cinque rinvii a giudizio con il processo fissato per il 16 gennaio prossimo. Si è conclusa così l’udienza preliminare a carico di 8 persone coinvolte a vario titolo in un giro di sesso con due ragazzine minorenni. Tra loro anche i genitori delle due sorelle – che all’epoca dei fatti ( siamo nel 2011) avevano appena 12 e 14 anni – che erano stati anche arrestati e che dovranno ora rispondere del reato di sfruttamento della prostituzione minorile. Una vicenda venuta alla luce alla fine del 2011 dopo alcuni mesi di indagini compiute dai carabinieri. I fatti in questione sono accaduti in un comune dell’Aquilano dove le sorelline romene vivevano. Inizialmente nel “giro” del sesso a pagamento con minori costrette a subire anche violenze fisiche, erano rimaste coinvolte 17 persone, alcuni aquilani e altri stranieri. Per nove di loro, un anno fa, era arrivata l’archiviazione. Le tre persone che ieri hanno patteggiato, erano chiamate a rispondere le prime due di prestazione a pagamento con minorenni e la terza di atti sessuali sempre con minori. I primi due, un 43enne e un uomo di 60 anni , hanno patteggiato rispettivamente 12 e 16 mesi. La terza persona, un romeno di 21anni, ha patteggiato 20 mesi. Per tutti gli altri è stato disposto il rinvio a giudizio con la prima udienza fissata per il 16 gennaio 2014. Secondo quanto emerso, le due sorelle avrebbero subito percosse dal padre ogni volta che si rifiutavano di prostituirsi. Addirittura in un’occasione la 14enne sarebbe stata anche ferita con un coltello. Ed era sempre il padre, insieme a un suo cugino, a procurare i clienti alle figlie, a fissare gli appuntamenti e ad accompagnarle nei luoghi dove dovevano prostituirsi. Nell’inchiesta è coinvolta anche una terza vittima delle violenze che all’epoca dei fatti aveva da poco compiuto 18 anni. La ragazza, che era ospite dei genitori delle due sorelline, aveva finito per subire la loro stessa sorte. Picchiata dal cugino della coppia romena e costretta a prostituirsi in cambio di vitto e alloggio. Alla ragazza erano stati anche sottratti i documenti di identità per impedirle di andar via

 



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