Gran Sasso, un altro sviluppo è possibile Prende forma il progetto “Praterie”

E' un progetto, denominato Praterie, che guarda allo sviluppo del territorio ricadente nel Parco del Gran Sasso e dei Monti della Laga ma, soprattutto all'area di Campo Imperatore, dove, a causa dell'uso intensivo, legato sia ai movimenti di bestiame al pascolo sia all'intensità della frequentazione turistica, si rilevano delle criticità ai fini della conservazione degli habitat. Il progetto è stato affidato, quale unico beneficiario e coordinatore, al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga attraverso lo strumento Life della Commissione Europea, che copre il 50% del budget complessivo di 1.680.000 euro. Presupposto generale del progetto è che la conservazione dei numerosi habitat (alcuni di interesse prioritario secondo la Direttiva "Habitat") sia imprescindibile da una gestione quanto più attenta e sostenibile delle attività produttive collegate alle "Praterie", quali appunto l'allevamento estensivo ed il turismo. A tal proposito, nel quadro di una piena condivisione della filosofia e delle azioni con i portatori d'interesse territoriali, il progetto si prefigge di intervenire a diversi livelli per sollecitare un uso più armonico ed oculato dei prati pascoli. Due sono le grandi direttrici strategiche del progetto: gli interventi strutturali sul territorio a favore dell'allevamento e del turismo e la concertazione territoriale per l'armonizzazione del pascolo. Gli interventi strutturali mirano a riqualificare, ristrutturare o creare sul territorio una serie di opportunità di cui possano avvantaggiarsi le attività socio economiche dell'allevamento e del turismo. Sono state, pertanto, avviate e, in qualche caso, completate, azioni propedeutiche quali la creazione di un data base geografico e fotografico relativo alle condizioni del suolo, onde evidenziare i sentieri e le aree attrezzate, ma anche i punti d'acqua e gli abbeveratoi che necessitano di interventi migliorativi. Le necessità strutturali evidenziate dagli allevatori sono state acquisite grazie alle visite di censimento, compiute dai veterinari incaricati, ad oltre 100 aziende, mentre sono in via di completamento una serie di sopralluoghi tecnici sugli abbeveratoi allo scopo di orientare gli interventi strutturali, che prevedono complessivamente la ristrutturazione di sette abbeveratoi esistenti e la creazione di tre nuovi, in conseguenza della recinzione di altrettanti laghetti d'alta quota, come ad esempio Pietranzoni. Ciò significa, in sintesi che, laddove, per ragioni di conservazione degli habitat, verrà preclusa l'abbeverata del bestiame presso i laghetti, saranno creati nuovi abbeveratoi, i quali saranno approvvigionati con la stessa acqua dei laghetti tramite sistemi di pompaggio alimentati ad energia solare. Sempre a favore dell'allevamento, quattro diversi prototipi di tensostrutture mobili per il ricovero degli agnelli sono stati distribuiti ad altrettanti allevatori che li stanno sperimentando per poter scegliere la tipologia più idonea allo scopo. Alla fine della sperimentazione un sufficiente quantitativo di tensostrutture saranno affidate gratuitamente agli allevatori che ne faranno richiesta, anche se sono già una trentina quelli si sono dichiarati interessati. L'obiettivo è di incoraggiare una pastorizia omogenea favorendo il pascolo anche in zone remote, incrementare il benessere animale, migliorare le condizioni di vita dei pastori e destagionalizzare le produzioni, aumentando la disponibilità degli operatori zootecnici a collaborare con il progetto al fine della conservazione degli habitat. Per quanto riguarda il potenziamento della sostenibilità del turismo, il progetto prevede il restauro di 10 km di sentieri, laddove il monitoraggio effettuato abbia evidenziato fenomeni erosivi e di danneggiamento del suolo, la delimitazione di 8 aree di parcheggio, che dovranno scoraggiare la sosta selvaggia delle auto sui pascoli, l'apposizione di una nuova segnaletica e cartellonistica e l'apertura, già attiva, di quattro punti informativi, detti "Help Desk" in diverse aree del Parco: Assergi, Barisciano, Arsita e Valle Castellana, veri punti di ascolto e di raccolta di istanze che arrivano dal "basso". L'attività di concertazione territoriale mira ad ottenere l'armonizzazione del pascolo e in tale ambito si registra ad oggi, oltre all'adesione preliminare al progetto da parte delle Amministrazioni Comunali coinvolte: L'Aquila, Castel del Monte, Barisciano, Ofena, Castelvecchio Calvisio, Santo Stefano di Sessanio, Villa Santa Lucia degli Abruzzi, e delle Asbuc di Assergi e Paganica-San Gregorio, la raccolta e l'analisi delle normative di pascolo, propedeutica all'avvio delle attività di concertazione. Quest'ultima azione, sostenuta dall'apporto tecnico di quattro facilitatori di processi partecipativi, con la validazione scientifica e giuridica delle Università dell'Aquila e di Perugia, vedrà l'organizzazione di una serie di workshop plenari ed incontri territoriali con tutti i portatori d'interesse: un complesso ed articolato processo che, facendo tesoro dell'eredità del precedente progetto Life Ex-Tra, proseguirà dunque nell'alveo del "Parco in ascolto", traducendosi nell'elaborazione e nella redazione collettiva di un nuovo Regolamento di Pascolo che armonizzerà i tanti esistenti stabilendo regole comuni e condivise, in un'ottica di semplificazione burocratica, oltre che di miglioramento della gestione delle praterie. Non ultimo, il progetto "Praterie"costituisce un incubatoio di occupazione: sono infatti 18, ad oggi, le professionalità esterne coinvolte dal progetto, tra veterinari, operatori di punti informativi, esperti di processi partecipativi, comunicazione, gestione finanziaria e legislazione di usi civici, consulenti scientifici e giuridici.



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