Gran Sasso, presentata la Carta degli usi civici

Conciliare attività come il taglio della legna o il pascolo, facendo convivere le regole dettate dalle singole amministrazioni comunali, con l’esigenza di preservare flora e fauna dell’area protetta. Nasce con questo spirito la «Carta degli usi civici nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga», il risultato di un lavoro certosino elaborato su un territorio di 147mila ettari che comprende 3 regioni (Abruzzo, Marche e Lazio) e 5 province (L’Aquila, Rieti, Ascoli Piceno, Teramo e Pescara). Analizzando il territorio comune per comune, i tecnici del servizio agro-silvo-pastorale hanno preso in considerazione 2300 particelle catastali per realizzare il documento. La Carta degli usi civici è stata elaborata dall’Ente Parco in collaborazione con l’Accademia italiana di scienze forestali e incrocia i dati derivanti dalle verifiche demaniali, svolte in sede regionale, con quelli di altre cartografie tematiche già in uso, come le carte dei tipi forestali e dei siti Natura 2000. Possiede, pertanto, un’importanza strategica per le pratiche amministrative e decisionali dell’ente, «poiché», come spiegano i promotori, «grazie al contenuto conoscitivo da essa offerto, potranno essere completati tutti i processi di pianificazione e regolamentazione del Parco e potranno altresì trovare rapida soluzione, nella gestione ordinaria, le questioni puntuali sull’uso del territorio che quotidianamente vengono poste all’attenzione dell’ente». L’occasione per introdurre il nuovo strumento è stata un convegno all’ex monastero di San Colombo a Barisciano, con il sindaco Francesco Di Paolo a fare gli onori di casa. Hanno partecipato il presidente dell’accademia italiana di Scienze Forestali Orazio Ciancio, i vertici dell’ente Parco e il responsabile del Cta del Parco Carlo Console. Le relazioni tecniche sono state affidate a Piermaria Corona del Centro di ricerca per la selvicoltura di Arezzo/Aisf, Silvia De Paulis, responsabile del servizio agro-silvo-pastorale del Parco, Mario Di Marco, per conto della Regione Abruzzo, oltre a Federico Roggero dell’Università di Teramo. Quest’ultimo ha esaltato l’importanza della Carta degli usi civici. «Si tratta di uno strumento molto importante in chiave programmatica», ha commentato. «Abbiamo bisogno di questa Carta per definire le dinamiche all’interno dell’area protetta e andare incontro alle esigenze dei residenti». Ora i tecnici del Parco dovranno analizzare caso per caso per cercare di definire regole e percorsi da seguire.

- da Il Centro -

 



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