SAN LORENZO DI BEFFI, CATACOMBE DIMENTICATE ''RICOSTRUZIONE POSSIBILE, MA SERVONO SOLDI''

- di Roberto Santilli - "La chiesa di San Lorenzo di Beffi è senza dubbio molto importante dal punto di vista archeologico. Andrebbe tutelata con maggiori interventi, è pur sempre un luogo di incontro di una comunità. Credo che se da parte delle istituzioni competenti arrivasse la richiesta di un nostro intervento, si potrebbe cominciare a programmare il recupero della catacomba, anch'esse molto importanti come la chiesa che le 'ospita'".

Per il professor Vincenzo Fiocchi Nicolai, ordinario di Archeologia Cristiana presso l'Università di Tor Vergata di Roma e Rettore del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, il recupero della chiesa di San Lorenzo di Beffi, borgo quasi deserto dell'Aquilano, non può prescindere dal recupero della catacomba del IV secolo dopo Cristo.

La chiesa, da alcuni documenti la più antica della provincia dell'Aquila (tardo seicento quella 'moderna'), è stata danneggiata dal sisma del 6 aprile 2009 e da ormai quasi cinque anni si tiene in piedi con qualche puntellamento, ma soltanto all'esterno. E i lavori di ristrutturazione, 11 milioni di euro stanziati con delibera in Consiglio comunale, partiranno nel 2017.

Altri quattro anni, salvo sorprese burocratiche, per veder iniziato il percorso di recupero della chiesa di un borgo già quasi deserto, gli abitanti arrivano con fatica alle dieci unità, che si aggrappa alla bellezza della natura e a un ristorante-albergo molto conosciuto,  la Locanda ‘La Corte’, costruito sulla vecchia struttura del palazzo dei nobili Lattanzi.

"Sono andato a San Lorenzo su segnalazione di un giovane del posto - spiega Fiocchi Nicolai ad AbruzzoWeb - sull'importanza della chiesa e della catacomba non c'è da discutere, ma credo che questa vicenda rientri nel quadro, non semplice, della tutela del patrimonio archeologico italiano, di cui San Lorenzo fa parte a tutti gli effetti. Il recupero della catacomba è fondamentale ma servono interventi mirati, comunque molto difficili, senza dimenticare che è essenziale rimettere in sesto prima la chiesa. Solo a quel punto si può intervenire, ammesso che ci sia una richiesta ufficiale da parte delle istituzioni, magari di chi sovrintende al restauro. E a patto che il progetto di recupero della struttura comprenda anche la catacomba. Si potrebbe intervenire sulla catacomba se soltanto si puntellasse, creando una specie di corridoio, la parte che dà accesso alla chiesa e quindi alla catacomba, ma capisco che è complicato inserirsi in un contesto di ricostruzione già impostato".

"Ma già una richiesta ufficiale di intervento significherebbe l'inizio di un dialogo, una prima bozza di soluzione concertata, condivisa", precisa Fiocchi Nicolai, che crede fortemente "nella salvaguardia delle radici delle comunità attraverso la salvaguardia dei luoghi di incontro, siano essi sacri o laici".

"Quella di San Lorenzo è una chiesa che può tornare a essere al centro di una comunità, di un gruppo di persone - dice il professore - che vogliono ricomporsi, ricompattarsi. Il discorso vale per tutti quei luoghi che rischiano di cadere ingiustamente nel dimenticatoio. Io sono convinto - conclude Fiocchi Nicolai - che si possa fare qualcosa di bello, di 'comunitario', anche in un posto pieno di crepe e di puntellamenti, in fondo è così che ci si riprende la vita dopo un evento terribile come il terremoto del 2009".

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo