Con una nota della Protezione civile Gabrielli e Bertolaso difendono il post-sisma

 Il dossier Sondergaard continua a far rumore. A sostegno della correttezza della gestione del post-sisma intervengono il capo dipartimento della Protezione civile, prefetto Franco Gabrielli, e l’ex braccio destro di Berlusconi Guido Bertolaso. «Si sono lette», scrive la Protezione civile, «molte imprecisioni e scorrettezze sull’utilizzo dei soldi stanziati dal Fondo di solidarietà Ue. La Commissione europea ha attivato 493 milioni dal Fondo di solidarietà. E già nell’accordo con Bruxelles vennero indicate le attività finanziabili: spese di prima emergenza (50 milioni), costruzione degli alloggi del Progetto Case (350 milioni) e realizzazione dei moduli provvisori a uso abitativo e scolastico (Map e Musp per 93,7 milioni). In seguito ci sono state verifiche e controlli da parte di esponenti europei che hanno dato esito positivo. Nell’ultimo documento, del 25 settembre, la Commissione», rileva la Protezione civile, «sottolinea che solo le spese legate all’estensione dei contratti originari per il Progetto Case effettuata dopo i 60 giorni dall’evento – estensione fatta sulla base della normativa nazionale emergenziale a causa dell’aumento del numero di persone da accogliere in quella soluzione – non sono state riconosciute eleggibili da alcuni organi di controllo europeo, secondo i quali sarebbero state necessarie nuove gare. Ciò, però, non mette in alcun modo in discussione la cifra stanziata dal Fondo, poiché le spese complessive eleggibili e rendicontate sono state di gran lunga superiori ai 493,7 milioni a disposizione». Quanto alla presunta «non-temporaneità» degli edifici Case, il Dipartimento spiega che «la prospettiva di un percorso estremamente complesso per il recupero del centro storico, con tempi non facilmente governabili e comunque misurabili in media in 10-20 anni, ha portato a valutare la qualità e lo standard delle soluzioni abitative da adottare nel periodo transitorio. Nel capoluogo, in particolare, l’elevato numero di cittadini sfollati e il territorio fragile hanno reso particolarmente critica l’ipotesi di utilizzare su larga scala moduli prefabbricati». Altre precisazioni il Dipartimento dedica al capitolo costi, «che, abbiamo letto in questi giorni, sarebbero stati del 158% superiori “rispetto al costo di mercato”, prendendo come valore di riferimento per fare questo rapporto le case prefabbricate da 610 euro a metro quadrato. Date le caratteristiche strutturali (progettazione antisismica) e impiantistiche (edifici per lo più in classe A e A+), la tipologia di riferimento per il confronto dovrebbe essere, al contrario, quella di “edificio residenziale” valutato sul mercato in circa 1250 euro/mq. Quindi, confrontando i 1500 euro con i 1250, se incremento vi è stato, questo è di circa il 20%, non del 158%». Infine, la Protezione civile contesta chi ha parlato di infiltrazioni mafiose e cita in proposito la Relazione sull’amministrazione della giustizia nel Distretto della Corte d’Appello dell’Aquila del gennaio 2010 scritta dall’allora presidente Giovanni Canzio, che definisce «razionali ed efficaci» i moduli di contrasto messi in campo. La questione stimola la riflessione anche da parte di Bertolaso intervistato dal Tg5. «Tutte le componenti, fino alla Corte d’Europa hanno sempre controllato e sempre preso atto che tutti gli interventi venivano realizzati come previsto e nei tempi da noi indicati. Si dice che le case antisismiche sono costate tanto. Stiamo parlando di 1300-1500 euro a metro quadro. Mentre per questo personaggio dell’estrema sinistra danese dovevamo pagare 6-700 euro. Come ha detto giustamente il prefetto Gabrielli, con 600 euro non costruisci neanche una gabbia per i polli, figuriamoci quindi se potevamo fare qualcosa di dignitoso per gli aquilani. Si parla poi di una manutenzione di queste case che, ricordo, ospitano 20 mila senzatetto, come se fosse compito della Protezione civile o del governo. Queste case sono state tutte consegnate al Comune legittimo proprietario da 4 anni. E quindi se da qualcuno bisogna andare a protestare certo non si deve fare con chi ha costruito queste case». La portavoce del commissario per gli affari regionali Johannes Hahn censura le procedure di emergenza usate nella gestione degli appalti post-sisma parlando di «irregolarità».

 



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