Pietracamela sarà sgomberato per far brillare 4mila metri cubi di roccia che incombono sulle case

Sulla carta sono 298. In realtà per spostarli tutti basterà un pullman. Ma il 13 novembre, che cade di mercoledì (gli scaramantici stiano sereni) tutti gli abitanti di Pietracamela dovranno abbandonare le loro case. E restare al di là di una fascia di sicurezza posta a 4 chilometri di distanza. Lo ha disposto il prefetto perché il giorno più atteso è arrivato. Sul paese, amato e frequentato persino da Luis Bacalov, musicista da Oscar per la colonna sonara del “Postino” di Troisi, incombe dal 2009 lo spettro di un masso grande come un palazzo. Che però, mercoledì pomeriggio, sarà frantumato in migliaia di schegge. Come? Con una carica esplosiva che distruggerà i primi quattromila metri cubi di roccia pericolosamente in bilico. E’ un intervento spettacolare e delicatissimo, costato 320 mila euro, voluto dal sindaco, Antonio Di Giustino, finanziato dalla Regione e coordinato dal prefetto Valter Crudo. L’esplosivo, mine e liquidi, tecnicamente di seconda e terza categoria, che gli artificieri infileranno in fori delle roccia, arriverà da Narni. Mentre l’esperto Danilo Persia lo farà brillare sotto la guida di una ditta specializzata, la Mazzaferri srl e uno studio particolareggiato affidato all’ingegner Franco Di Giancamillo di Mosciano. Ma oltre a liberare gli abitanti di Pietracamela dall’incubo del masso, che cade e non cade da Capo Le vene, il botto fragoroso avrà anche risvolti di utilità scientifica che vedranno protagonisti i geofisici dell’Università di Napoli. Sarà infatti interessante registrare l’effetto sismico che l’esplosione produrrà sulla roccia e, ancora di più, capire come reagirà la parte retrostante dell’enorme masso quando quest’ultimo sarà fatto a pezzi. In parole semplici: sarà come registrare gli effetti che un terremoto, in questo caso artificiale, può avere sulla roccia di Pietracamela.

Ma torniamo all’aspetto sicurezza che vedrà impegnati sul campo carabinieri, polizia, uomini della protezione civile, del parco e della forestale oltre a funzionari della prefettura di Teramo. La vigilia del giorno X, quindi, sarà impiegata per eseguire le prove generali. La mattina del 13, per far sgomberare le case finché, nel pomeriggio, il boato dell’esplosione non scuoterà questa parte del Gran Sasso. Con la speranza che tutto vada come deve andare.



 



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