Comune e Curia davanti al giudice per la chiesa di Calascio

Sulla chiesa di Santa Maria delle Grazie a Calascio, è guerra tra Comune e Curia per il possesso. È stata fissata a dicembre al Tribunale civile, l’udienza nella quale la vicenda dovrà essere chiarita. Il Comune, rappresentato dall’avvocato Riccardo Lopardi, ritiene che il bene gli apparterrebbe sin dai tempi delle leggi eversive della proprietà ecclesiastica di Gioacchino Murat del 1808 e che comunque il Comune ne ha sempre avuto il possesso. Secondo il Comune, con atto del 1867, l’amministrazione del fondo del culto «cede e consegna al municipio di Calascio, tutto il comprensorio del fabbricato convento di Santa Maria delle Grazie con la chiesa che vi è annessa». Sempre secondo il Comune l’esercizio di culto non si è mai svolto nella chiesa da quando i frati minori hanno lasciato il convento, da allora la chiesa è stata destinata ad attività quali convegni e riunioni. Di parere contrario la Curia di Sulmona (competente per territorio), rappresentata dall’avvocato Ugo Marinucci, secondo il quale la chiesa fondata nel 1594 da padre Mario da Calascio, è sempre stata di proprietà ecclesiastica, anche in questo caso secondo documenti ufficiali. Per la Curia la chiesa è sempre stata aperta al culto fino ai lavori di restauro. Dalla fine dei lavori le chiavi non sarebbero mai più state restituite alla parrocchia che le aveva possedute.


   
   
   



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