Il Comune toglie il CAS a chi rifiuta Case o Map

 Chi rifiuta alloggi Case o Map perde i soldi dell’autonoma sistemazione. Il giro di vite non convince il consigliere comunale di «Appello per L’Aquila» Ettore Di Cesare. Non si fa attendere la replica dell’assessore Fabio Pelini: «Stiamo applicando le norme». «Molti cittadini in autonoma sistemazione», scrive Di Cesare, «stanno ricevendo le telefonate del Comune in cui si comunica che si può usufruire di una Casa/Map e in caso di rifiuto il contributo verrà cessato. Il principio per cui se ci sono alloggi liberi vanno occupati risparmiando sul Cas è previsto dalle norme ed è criterio di sana amministrazione. I dubbi vengono sulle modalità». Il consigliere fa riferimento alle persone anziane che tra un anno riavranno la loro casa riconsegnata e che rischiano di dover affrontare due traslochi. Si chiede, inoltre, trasparenza sui criteri (parametri, modalità, graduatorie) con cui vengono effettuate le chiamate. «Chiediamo», scrive Di Cesare, «che venga resa pubblica una chiara regolamentazione di criteri e procedure. Nel frattempo bisogna sospendere immediatamente le procedure in corso che rischiano di essere vessatorie e arbitrarie». Chiesta la convocazione della quinta commissione. Ecco l’assessore Pelini. «Nella delicata opera di contattare i beneficiari del contributo gli uffici stanno seguendo scrupolosamente le procedure previste da ordinanze e direttive post-sisma. Un’azione chiara, trasparente e corretta, senza vessare gli interessati, ma anzi cercando in tutti i modi di soddisfare le loro esigenze. Sono superficiali e assolutamente non veritiere le considerazioni espresse dal consigliere Di Cesare, che ha ritenuto corretta la nostra operazione di abbattere il Cas ma ha fatto presente che la metodologia è arbitraria. Gli ho fornito una dettagliata spiegazione dell’intera procedura in un colloquio telefonico. Forse per una ricerca di visibilità, il consigliere ha ritenuto di intervenire su argomenti sui quali aveva avuto una precisa risposta. Tutti sanno che il contributo di autonoma sistemazione, da sempre, è stato considerato come una forma di aiuto alternativo all’alloggio. Tutti sanno che gli esborsi di denaro, per questa forma di assistenza, vengono messi a repentaglio da tagli molto incisivi da parte dello Stato. Prima o poi saranno eliminati del tutto. L’assistenza alla popolazione ha contattato e sta contattando i percettori del contributo iniziando da coloro che percepiscono gli emolumenti più elevati, per avvisare della disponibilità di un alloggio adeguato. Va da sé, e lo prescrivono anche direttive ex Sge, che la mancata accettazione della casa comporta la perdita di ogni forma di ausilio, Cas compreso. Alle famiglie contattate si offre anche la disponibilità di scegliere Case o Map più congeniali alle necessità (compatibilmente, come è ovvio, con la disponibilità degli alloggi), si concedono tempi ragionevoli per il trasferimento, senza considerare che si osserva la massima attenzione nel valutare dei casi oggettivamente particolari, condizioni di salute o socio-familiari. Il preavviso viene dato con termini congrui. Non maltrattiamo nessuno. Le assegnazioni vengono fatte sulla scorta del censimento. È venuto il momento di mettersi d’accordo tra chi spinge per dare le case e azzerare il Cas e chi no. Se il consiglio comunale ritiene di dare un indirizzo diverso lo faccia. Ci atterremo alle prescrizioni dell’assemblea».

 



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