LA BEFANA AL TEMPO DEI NONNI

Al tempo dei nostri nonni nelle case si aspettava la Befana appendendo al camino una calza di lana fatta a mano con i ferri dalle mamme o dalle nonne. Essi, da piccoli, credevano molto alla Befana; le scrivevano una lettera esprimendo i loro desideri che, per lo più, non venivano esauditi perché c'era molta povertà. Quando arrivavano i doni della Befana, tutti i bambini erano molto contenti perché era l'unica festa in cui ricevevano dolciumi.

Nella calza i bambini trovavano poca roba: qualche mandarino, caramelle di orzo fatte in casa, fichi secchi (i carracini), noci e sorba (le sorva); essi sapevano che dovevano essere buoni almeno due mesi prima della festività, altrimenti avrebbero ricevuto carbone, cenere, cipolla, aglio e carote.
Nella calza non si trovavano giocattoli, se non bamboline di stoffa cucite dalle mamme o dalle nonne. Non si preparavano piatti particolari in quel giorno, ma in alcune famiglie ci si riuniva per mangiare cavoli, noci e frittelle. In occasione di questa festa, in alcuni paesi venivano dati dei buoni alle famiglie più bisognose per prendere le cose più necessarie, come pane, pasta, zucchero,...


 



Condividi

    



Commenta L'Articolo



07-01-2014 - La Befana al tempo dei nonni Leggendo questa presentazione mi sembra di tornare indietro centinai di anni. Per me mi pare che fosse “ieri” quando appendeva la calza al camino affumicato la vigilia della Befana, aspettando con anzia la mattina per vedere quel che questa “Bruja” avrebbe messo li dentro. Grazie all’autore per le sue parole e ricordi. Si, non s’aspettava altro che qualche arancio, fichi secchi, noci e mandorle. E tutto veniva ben apprezzato. Per me la Befana scomparse il 6 Gennaio del 1953 avendo ceduto il posto a Santa Claus, il Natale precedente, di quel nostro primo inverno in Canada. Anche allora in quel primo Natale a Windsor, Canada non fu ‘un gran che’ – una camicia nuova, un paio di guanti, qualche dollar di piu – gia’ troppo vecchio a 13 anni ma sotto l’albero c’erano quell po’ descritto. Quel che mancava, di nuovo per l’eta’, erano quelle “americanate” di oggi che i piccolo smontano, strappano, svuotano cartoni etc per arrivare ad un myriad numero di regali, cui dopo aver giocato con questo e con quello, si domandano, annoiati :“ ed ora” che facciamo?” Il giorno della Befana nel’52, dopo la Messa, un gruppo d’Assergesi dell’eta’ mia ci radunemmo sotto l’arco rutellone per giocare a soldi, con carte o a ‘sant”. Nel pomeriggio andammo alla costa di Beniamino, con i due figli del sudetto (Cristoforo e Mario - R.I.P.), Battista Giusti, i figli di Leni, Luigi di Silvio di Cristina Longa, forse Angelo e Pierino ed altri. Con una scala ben lunga si slitteva per quella costa, fino al buio. E chi pensava piu’ a quell po’ trovato nella calza quella mattina? Ricordo bene quell giorno quando cadde tanta neve che l’assomiglio al giorno di oggi, svegliati con tanta neve, ‘scaricata’, non solo qui nelle parti di Toronto ma anche nelle altre citta’ del mid- west USA, fino all’Atlantico, colpendo Chicago, Detroit/Windsor, NY, Boston, Toronto, Montreal, Quebec City, Halifax e fino a St. John’s di Terra Nova. In illo tempore dei primi anni del '50 c’era poco, ma s’apprezzava lo stesso o forse di piu’. Buona Befana a tutti, e a tutti un buon proseguimento di quest’anno nuovo. Frank Medoro Jan. 6, 2014

paco

06-01-2014 - ...bellissima rappresentazione!!!...e a Te la Befana che ha portato di buono?...

francosabatini58