Dalle macerie del sisma, la vita si è risvegliata con forza 470 neonati in più!

All’Aquila, dalle macerie del sisma, la vita si è risvegliata con forza tanto che le nascite, in ospedale, sono quasi raddoppiate: negli ultimi 5 anni, dal 2009 fino ad oggi, a Ostetricia sono arrivati 470 neonati in più. I numeri del reparto, diretto da Gaspare Carta, parlano di un grafico ascendente, soprattutto dal 2011 al 2012, che ha riportato l’asticella demografica ai livelli di natalità pre-terremoto. Insomma, nell’ultimo quinquennio, a guardarla dalla sala parto di Ostetricia, la città ha dato un segno, letteralmente, di recupero in termini di vitalità. Nel 2009 il numero di bebé fu di 573, nell’anno successivo i parti balzarono a quota 874, nel 2011 sfondarono il muro dei mille (1.013), e nel 2012 hanno toccato il punto più alto, tuttora non superato, con 1.042 neonati. Nel 2013 si è registrata una lieve flessione, 1.021 vagiti, cifra che però va interpretata come un’ottima tenuta poiché nell’anno appena trascorso in tutta Italia c’è stato un forte calo di nascite e L’Aquila, a differenza di tanti altri ospedali, ha sostanzialmente mantenuto gli standard precedenti.
Nella quota di genitori di nazionalità non italiana, relativi al 2013, il numero complessivo di neonati è stato 173, dei quali 153 sono di coppie composte da mamma e papà stranieri mentre gli altri sono il frutto di coppie «miste», in cui l’uomo è italiano. In cima alla graduatoria delle mamme, extracomunitarie e non, vi sono quelle di nazionalità rumena (54), seguite dalle macedoni (45) e dalle albanesi (26). A seguire, molto staccate, ucraine (7), moldave (5), polacche e marocchine (4). Hanno partorito all’ospedale dell’Aquila, anche donne di Cuba, Perù, Usa (6) e Cina (1).
E’ stato recentemente attivato, come informa l’Asl, un servizio, presente solo nei centri di eccellenza italiani, che riguarda la riabilitazione del pavimento pelvico femminile a rischio di prolasso (cioè crollo) o incontinenza urinaria, dovute a travagli difficili. Il San Salvatore è attrezzato anche per assistere i bambini pretermine, venuti cioè alla luce attorno in anticipo rispetto ai tempi previsti, dalla 37esima settimana in poi. Grazie al servizio di Neonatologia e terapia intensiva neonatale, diretto dalla Sandra Di Fabio, è stato possibile, nel 2013, salvaguardare la salute di 136 bimbi nati prematuri. Su 136 parti pretermine, registrati lo scorso anno, 17 sono avvenuti con un anticipo ancora più marcato, prima della 32esima settimana.


 



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