Ghiacciaio del Calderone, Bicchiere Mezzo Pieno

L’estate scorsa, non è stata certamente la più calda degli ultimi anni. Anzi, eccezion fatta per 15 giorni scarsi, il famoso e fastidioso "alito africano" si è guardato bene dal farci visita, lasciando spazio a un clima gradevole e spesso e volentieri, soprattutto nel periodo giugno/luglio, lievemente sotto media. Come ha reagito il ghiacciaio del Calderone, sul Gran Sasso? Dopo i durissimi anni 2007 e 2012, stimati come quelli di non ritorno, esso non è più, da molti, considerato ghiacciaio, dato che il volume e l'area si sono praticamente annullate. Gli unici indizi dell'antico splendore sono la splendida conca con rocce levigate, limo glaciale e resti del ghiaccio fossile centenario. Tuttavia l'estate 2013 è stata abbastanza clemente, grazie alla buona densità della neve da marzo-aprile, e un caldo quasi mai torrido. Quella che vedete nella foto era la situazione del 18 Agosto 2013, come si vede si fa difficoltà a crederlo un ghiacciaio, ma nell'anno 2012, in questo periodo, la conca mostrava solo pietre e un po' di ghiaccio nell'inghiottitoio, perciò vedendo il bicchiere mezzo pieno, si può essere soddisfatti.

Negli anni ’50 del XX secolo, il Calderone, l’unico ghiacciaio presente in Abruzzo e sull’intera catena appenninica, fu inserito nel primo catasto nazionale dei ghiacciai, realizzato dal Comitato Glaciologico Italiano (1959-1962), e fu classificato proprio come “ghiacciaio”, con una superficie di 0,06 km² e chiari segni di flusso, come piccoli crepacci, cioè fratture della superficie glaciale dovute al movimento.


“Dalla metà degli anni ’50 ad oggi – spiega Claudio Smiraglia, Professore ed esperto glaciologo dell’Università degli Studi di Milano, a capo del progetto di ricerca - il Calderone si è ridotto in superficie (oggi copre 0,04 km²) e spessore, il settore inferiore si è ricoperto di uno spesso strato di detriti e, nel 2000, si è frammentato in due porzioniormai prive di evidenze di flusso.

Nel nuovo catasto è stata quindi modificata la sua classificazione di “giacciaio” ed è stato definito “glacionevato”, cioè una massa di ghiaccio di ridotta superficie e di limitato spessore, che non presenta evidenze di movimento, e che può formarsi nelle fasi di deglaciazione dall’evoluzione di ghiacciai preesistenti.”

 



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