La rinascita della festa di Sant’Antonio

L'attenzione della maggior parte degli antropologi è dedicata ormai ai fenomeni delle "trasformazioni" e "trasferimento" della tradizione e del modo con cui si inseriscono e si sono inseriti nella realtà culturale contemporanea piuttosto che alla ricomposizione filologica di realtà storiche che vengono spesso considerate più ipotizzate che non reali. Tuttavia in Abruzzo si nota un rifiorire del desiderio di rivivere feste come quella del Sant'Antonio abate patrono dei maiali e per estensione di tutti gli animali domestici e della stalla. In Abruzzo è Patrono di Bagno (Aq), Bolognano (Pe), Fara Filiorum Petri (Ch).

Sant’Antonio protegge i tosatori, i guantai, i fabbricanti di spazzole e pennelli, macellai e salumieri ma anche i campanari. La campana infatti simboleggia il grembo materno, simbolo di rigenerazione e fecondazione animale, che sta alla base del significato simbolico della festa. La settimana di Sant'Antonio è una delle più importanti e complesse del ciclo calendariale e oltre ai vari riti magico-religiosi comprende anche una sacra rappresentazione. Si tratta di una festa che coniuga i riti solstiziali, che alludono al desiderio del ritorno della luce solare a quelli di propiziazione relativi alla fine dell’anno vecchio e all’inizio del nuovo. Il simbolismo è ancestrale e molto complesso e si basa sul rapporto sincretico fisico-metafisico, ordine-disordine, bene-male.

Il programma ideale completo comprende corteo processionale dei pani, messa con benedizione dei pani, benedizione degli animali e delle campagne, pasto collettivo al callaro, fuochi, sacra rappresentazione. Il fuoco è associato indissolubilmente al Santo in forma figurata, per esempio nell’appellativo Sant’Antonio del fuoco o di fuoco di Sant’Antonio dell’Herpes zooster. Le pire hanno forma varia in genere piramidale o a torcia (farchie), in entrambi i casi si allude al contatto con il divino a fini rigenerativi e di propiziazione.

Le donne hanno un ruolo di “fiancheggiatrici" nella festa perché non possono partecipare alla rappresentazione. Confezionano i costumi e presiedono alla preparazione del cibo e dei pani. Il cibo collettivo è preparato in un unico recipiente da cui tutti si servono ed ha la funzione di stimolare e rinforzare lo spirito di gruppo tramite la condivisione di un piatto rituale. I pani benedetti, semplici o con sigillo, consentono di disseminare il potere emanato dal Santo, costituiscono una sorta di comunione che conferisce protezione e capacità di propiziazione. Gli animali condotti al cospetto della statua del Santo vengono variamente adornati da nastri e fiocchi per aumentare e catturare la protezione. Il canto di questua associato alla sacra rappresentazione è quello delle tentazioni di Sant'Antonio, in forma itinerante presso contrade o famiglie che si occupano di richiamare parenti dal circondario e offrono il tradizionale cumplimente oltre a doni mangerecci o in denaro.

La rappresentazione richiede i seguenti personaggi: Sant'Antonio, 2 "romiti", 4 diavoli (due rossi e due neri, uno vestito da "donzella", più piccoli diavoletti), l'Arcangelo. Oltre ai personaggi fissi, possono aggiungersi pastori, pecore. É presente in genere un suonatore di du bbotte e qualche percussionista. Nelle forme semplici sono gli stessi personaggi a cantare, in altre esiste un coro. A volte la rappresentazione è diventata un vero e proprio spettacolo teatrale, ciò perché, venuto meno il modo itinerante, si è dovuto allungarla a dismisura per non deludere il pubblico che è ora ampio e radunato in un unico punto. Tale processo acuitosi dopo la seconda guerra mondiale in realtà ha radici più antiche.

Già alla fine dell'ottocento si è cercato di spostare e stanzializzare il Sant'Antonio per motivi ideologico-religioso. Il Sant’Antonio è una preziosa eredità storica il cui significato profondo coinvolge aspetti sociali psicologici e naturalistici. Deve essere fonte di orgoglio la sua conservazione dopo che se ne sono compresi gli attributi e la simbologia.

di FRANCESCO STOPPA



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