Cialente ritorna sindaco e ingaggia Trifuoggi

 Il ritiro delle dimissioni è ormai scontato. L’annuncio di Cialente è previsto stamani, dopo un nuovo vertice di maggioranza che varerà la delibera per la rotazione di funzionari e dirigenti. In più, grosse novità in giunta, con il nome del nuovo vicesindaco e la delega alla Legalità all’ex procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi, protagonista dell’inchiesta Sanitopoli. Un «ritorno» da giorni nell’aria, anche se da Roma non sono arrivati tutti quei segnali che lo stesso sindaco, che si era sentito «dimesso dal governo», aveva auspicato. Oggi Cialente annuncerà un incontro con il governo, a cui sta lavorando il sottosegretario Legnini, per affrontare le questioni poste in questi giorni: dal miliardo necessario per il 2014, che dovrebbe arrivare dal rientro dei capitali dalla Svizzera, alle regole per la ricostruzione privata più volte sollecitate. E annuncerà anche l’avvio di un percorso di ascolto della città e dei sindaci del comprensorio. Ma intanto, proprio contro il ritorno di Cialente a Villa Gioia, scendono in campo sia i comitati cittadini, pronti a occupare il Comune, sia i consiglieri d’opposizione decisi a dimettersi in blocco tentando, «con l’aiuto di qualche deluso della maggioranza, di mandare a casa sindaco e consiglio». A lanciare la sfida Giorgio De Matteis, capo dell’opposizione in consiglio comunale, rimasto finora piuttosto defilato «in attesa della conferma delle dimissioni date da Cialente perché isolato, disperato e licenziato dal governo. Dal 12 gennaio non è cambiato nulla», ha detto. «Il governo tace; il ministro Trigilia, uomo del Pd, è rimasto al suo posto e sui soldi siamo alla farsa, visto che le risorse dovrebbero arrivare dall’eventuale rientro dei capitali dalla Svizzera. Non si capiscono, dunque», ha continuato De Matteis nella conferenza stampa tenuta con Emanuele Imprudente e Corrado Ruggeri (L’Aquila città aperta), Daniele Ferella (Tutti per L’Aquila) e Vito Colonna (Pdl), «le ragioni per le quali Cialente, diventato lo zimbello d’Italia, stia meditando il dietrofront. Gli ho telefonato nei giorni scorsi», ha detto De Matteis, «per esprimergli solidarietà umana e per dirgli, però, che la responsabilità del tracollo della città è solo sua e del Pd». De Matteis, rimasto per giorni in silenzio, è apparso un fiume in piena. «Cialente avrebbe dovuto azzerare la giunta e restare al suo posto. Ora quelle dimissioni sono un punto di non ritorno. Continua ad abbaiare alla luna, lancia sgangherate teorie di complotti, non fa mai autocritica e intanto L’Aquila è sempre più isolata. L’unico riferimento del ministro è Paolo Aielli, a conferma che la città è commissariata nei fatti da un governo, a guida Pd, che non crede a questo sindaco. Cialente eviti ulteriori colpi alla città, in questi giorni massacrata soprattutto dai giornali di centrosinistra. Torniamo a chiedergli di non ritirare le dimissioni, come ha già fatto in passato, perché solo così può nascere una nuova classe dirigente. E non è detto che dobbiamo farne parte, perché c’è un tempo per tutti. Non deve avere ripensamenti, perché la città merita rispetto. Perché questo non è il centro del malaffare e non è sempre colpa degli altri, come vuole far credere, se è stato abbandonato e se oggi è un sindaco emarginato». Poi il j’accuse alla senatrice Pezzopane, per quello «sterminiamoli», riferito al centrodestra in vista delle Regionali, urlato alla manifestazione «pro Cialente». «Qualcuno», ha ironizzato De Matteis, «prima di scendere nell’arena dovrebbe prendere del Valium. A questa persona, che oggi corregge il tiro con un elegantissimo “asfaltiamoli”, diciamo di andarsene in vacanza, magari in Svizzera».

- da Il Centro -
 



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