L’alpinista Giampaolo Gioia: Le regole della montagna non sono un optional

Nell’ottobre 2002 piantò il tricolore affidato alla spedizione dall’allora presidente della Repubblica Ciampi sulla cima del Cho Oyu (8201 metri), sesta vetta del mondo. Oggi continua a salire e a scendere sulle sue montagne per aiutare gli altri. L’alpinista Giampaolo Gioia non vuole passare come un dispensatore di consigli. Tuttavia le sue parole indicano la rotta giusta. «Cercare di evitare dopo le nevicate i pendii a rischio è cosa buona», racconta ai piedi della funivia. «Bisogna tenere conto di come ha nevicato, in che modo ha nevicato, come ha tirato il vento, dove ha fatto gli accumuli. Se si può evitare di andare fuoripista appena dopo nevicato sarebbe meglio. Però la neve fresca attira tanta gente. In ogni caso, in queste condizioni occorre massima attenzione. Loro erano attrezzati, con pala, Arva e sonda. Tutti devono portare l’attrezzatura per un autosoccorso in valanga, com’è avvenuto anche stavolta». Chiedere a ragazzi esuberanti di limitarsi è un’impresa? «Bisogna lavorare per cambiare la cultura e piano piano ci si sta riuscendo. Bisogna comportarsi bene quando si va in montagna. Le regole non sono un optional, altrimenti le conseguenze si pagano tutte. Certe situazioni si possono gestire, ma le persone devono controllarsi da sole. Dire a una persona “non andare, non lo fare” a volte serve a poco. Dare buoni esempi è importante, ma le scelte dei singoli lo sono ancora di più. La montagna è questa. E dobbiamo accettarne le conseguenze».

 



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