Progetto Case, dieci giorni di tempo per saldare gli affitti, poi scatteranno gli sfratti

Le notifiche sono già partite e i 350 morosi che non hanno mai pagato il canone di compartecipazione per gli alloggi del progetto Case del Fondo immobiliare, o per i Map, avranno dieci giorni di tempo per regolarizzare la loro posizione. Dietro l’angolo l’avvio della procedura di sfratto, ormai non più rinviabile considerato anche lo stop arrivato dalla Corte dei Conti e il conseguente rischio per il Comune di una citazione a giudizio per danno erariale. Il sindaco Massimo Cialente si dice preoccupato dal fatto di dover sfrattare «anche famiglie che non pagano il canone perché non hanno soldi a sufficienza per poterlo fare. Famiglie, quelle con reddito Isee inferiore a 8mila euro, per le quali potrebbe scattare la rateizzazione degli importi dovuti, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di cifre modeste». I canoni per le famiglie a basso reddito, infatti, si aggirano intorno a 15-20 euro al mese. Determinato sulla strada da percorrere, l’assessore Lelio De Santis chiamato a occuparsi anche della gestione degli alloggi antisismici. «Nell’arco di due-tre giorni i nostri messi completeranno la consegna delle notifiche ai 350 morosi totali. Complessivamente», spiega l’assessore, «abbiamo 1450 nuclei familiari (quelli che prima del terremoto vivevano in case in fitto) con l’obbligo di versare i canoni di compartecipazione che, comunque, sono tutti piuttosto bassi. Tra questi, settecento sono i morosi parziali e 350 quelli che in questi anni non hanno mai versato neppure un centesimo. Le notifiche riguardano in primo luogo proprio queste 350 famiglie che avranno ora dieci giorni per mettersi in regola. È un provvedimento adottato anche con troppo ritardo, perché il Comune non può permettersi di trattare i cittadini in modo diverso. Chi ha sempre pagato, magari rinunciando anche a cose necessarie, deve sapere che non c’è spazio per i furbetti, siano essi aquilani o stranieri. Dico questo perché qualcuno, nel momento in cui abbiamo resi noti i dati sui morosi (gli stranieri rappresentano il 75% degli evasori totali), ha subito parlato di azioni discriminatorie. Questa è una città che ha dato grande prova di integrazione, ma allo stesso tempo va ribadito con forza che esistono diritti e doveri e tra questi c’è sicuramente quello di pagare i canoni per gli alloggi provvisori. Le notifiche stanno arrivando ai morosi totali, senza alcuna differenza tra i cittadini italiani e stranieri. In questi giorni nei nostri uffici stanno arrivando tante persone. Tra loro c’è chi ha problemi e chiede di poter rateizzare gli importi dovuti. Nel mucchio anche qualche professionista in cerca di agevolazioni. Una vergogna! Soprattutto nei confronti delle tante persone oneste e corrette». Insomma, la matassa per il Comune va dipanata e i conti devono tornare a posto. Sfratti a parte, infatti, c’è da risolvere anche la questione dei mancati pagamenti relativi ai consumi (acqua, luce e gas). Undici milioni di euro che devono rientrare nelle casse del Comune, che deve a sua volta girarli ai gestori delle reti o alle società a cui quest’ultimi hanno ceduto il credito. «Anche chi non paga le bollette andrà incontro allo sfratto», sostiene De Santis, aggiungendo, però, che «la fermezza del Comune sta già producendo i risultati sperati. A gennaio abbiamo incassato 750mila euro contro i 100-120 mediamente introitati nei mesi precedenti. Siamo ancora lontani dal milione e mezzo mensilmente necessario per pagare le bollette, ma nel giro di sei mesi il problema sarà definitivamente risolto».
 



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