Ricordo di Olga Maria Vitocco a cura di Mimina Pacifico

Cari amici di "Assergi Racconta", pubblichiamo oggi un altro ricordo di Olga a cura di Mimina Pacifico (figlia di Letizia Vitocco, terzogenita dei fratelli Vitocco). E' stato scritto nell'occasione della presentazione del Libro "Tundurundù. Pensieri di Amore e di Bellezza. Un Anno di Facebook" di Marco Eugenio Di Giandomenico.

La presentazione del libro è prevista per venerdì 14 marzo, ore 17:00
sala Figlia di Iorio, Palazzo della Provincia di Pescara Piazza Italia 30 - PESCARA


Ricordo di Olga Maria Vitocco
a cura di Mimina Pacifico

"Una distesa semipianeggiante senza confini con erba fresca verde smeraldo, un sovrastante immenso cielo limpido tutto sereno con in fondo in alto la cima di monte Cefalone: Lei cammina lì con la fedele cagnolina Lilla, sempre al suo fianco, senza guinzaglio. Così la penso e la vedo, più in alto di me come se io fossi seduta più in basso su quello stesso prato.  E’ giovane zia ed in piena salute.  Salute di ferro perché Lei, ottava figlia, era venuta al mondo robusta con un peso alla nascita di più di sei chili. I suoi capelli, i suoi occhi e le sue ciglia nerissimi sprigionavano vigore, vita e salute. Figlia, moglie e madre nella sua vita ha affrontato con tanta forza, giorno dopo giorno, il lavoro in casa e in ufficio, fino all’arrivo di una strana resistente influenza invernale, che si è dimostrata  terribile e man mano devastante.
Una malattia rara anzi rarissima a cui riuscì a resistere per tanti anni grazie sì alle medicine ed alle cure dei figli, ma soprattutto, come diceva sua sorella Letizia, mia madre, perché Lei era una roccia.  Un fisico normale avrebbe ceduto facilmente. Zia Olga aveva serenità e profonda gioia nel cuore, che riusciva   a trasferire con naturalezza a coloro che la frequentavano.  Aveva però anche una severità d’animo, che le faceva provare, ricevendo una scortesia, dolore profondo tanto più grande quanto più stretto fosse il rapporto con l’altro. Ho vissuto con lei e con i miei nonni Domenico e Franceschina quattro anni ad Avezzano nel momento del mio passaggio dall’infanzia all’adolescenza.  Mi faceva divertire, era serena ed entusiasta del vivere.  Mi faceva da zia ma anche un po’ da sorella maggiore. Mi ha fatto accrescere la passione per il piccolo borgo addormentato di Assergi, dove già da piccola andavo in estate a visitare i nonni e a provare il buon miele di nonno Domenico.
Così ora sento e ricordo zia Olga, sempre con profondo ed immenso affetto".

Mimina Pacifico

 



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