Ricordo e pensieri di Gabriella Tullio su Olga Maria Vitocco

Cari amici di "Assergi Racconta, pubblichiamo un ricordo di Olga a cura di Gabriella Tullio (il bravissimo medico chirurgo del reparto di clinica medica dell'Ospedale Civile San Salvatore di L'Aquila che ha tenuto sotto cura Olga sin dall'inizio della malattia). La foto di Olga è del 1964.



Caro Marco, cara Francesca,
scrivo su di lei e per lei.
L’ho vista per la prima volta in un letto di corsia.
Anonima, sofferente, misteriosa nella sua malattia.
Svelato il mistero, tra di noi era già nata l’intesa, un accordo spontaneo, non dichiarato ma forte, una unione contro, una resistenza armata a oltranza verso quel mostro invisibile.
Ho conosciuto poi  la sua semplicità, simile a quella della fanciullezza, unita al senso di responsabilità verso il proprio ruolo nel mondo, che amava in tutte le forme di vita espresse.
Non era vittima, nemmeno rassegnata, non nutriva  alcun rancore.
Calma, leale, consapevole: il corpo  si trasformava, le migliori capacità progressivamente venivano perse…
“Intanto ci sono!” mi ripeteva, sempre più fragile. Che voglia di stringerla forte!
Che rimpianto per non averlo mai fatto!
Nella sua mente evocava, raccontando come una vecchia nonna, il tempo passato, i momenti felici, la complicità amorosa verso i figli, cresciuta insieme a loro.
Ho sempre pensato alla ricchezza impagabile di quell’amore materno. Più forte e tenace di qualunque malattia, resiste al tempo e alla morte.


Gabriella Tullio*
(Medico Chirurgo)
       

* Gabriella Tullio, è stata il medico chirurgo che nel reparto di clinica medica dell’Ospedale Civile San Salvatore di L’Aquila era deputata a curare e a seguire Olga Maria Vitocco. Nonostante che la gravissima malattia fosse all’epoca rarissima e poco conosciuta, riuscì a contrastarla efficacemente, facendola diventare un caso di studio internazionale (con eminenti pubblicazioni scientifiche dedicate), consentendo alla paziente di continuare a vivere per quasi vent’anni, con terapie sempre rimodulate e calibrate in relazione ai nuovi scenari clinici che via via si presentavano.

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo