Rilancio del Gran Sasso - De Matteis: «Il centrosinistra ha prodotto solo debiti»

 «Nonostante i sette anni di debiti e di incapacità gestionale, caratterizzati da slogan cialtroneschi come l’ultimo sul Gran Sasso («saremo la Innsbruck dell’Appennino»), Cialente tenta la mossa disperata di scaricare le proprie responsabilità sull’opposizione». Torna a parlare dopo un lungo silenzio il candidato sconfitto da Cialente alle amministrative Giorgio De Matteis della lista «L’Aquila città aperta». «I suoi innumerevoli annunci, in questi anni non facili per la città e gli aquilani, si sono rivelati veri e propri flop, alcuni più eclatanti di altri. Penso alla vicenda aeroporto e all’Accord Phoenix, sulla quale la prossima settimana avremo molto da dire. La sua amministrazione», continua De Matteis, «ha massacrato il Centro turistico Gran Sasso e oggi, prima di parlare dell’utilizzo dei fondi Cipe, Cialente dovrebbe giustificare i milioni di debiti prodotti dalla sua gestione. Peraltro, l’utilizzo di questi fondi necessita di una precondizione, cioè un reale progetto di sviluppo che al momento manca, visto che Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa che agisce su mandato del governo) dimostra di nutrire dei dubbi sul business plan del Gran Sasso targato Cialente. Infatti», conclude De Matteis, «a tutt’oggi, ancora non c’è un impegno diretto dell’agenzia governativa». Secondo gli altri componenti dell’opposizione di centrodestra «Cialente svende il Gran Sasso». «Il sindaco», affermano i consiglieri comunali Luigi D’Eramo, Emanuele Imprudente, Daniele Ferella e Vito Colonna, «ha spezzato le gambe al rilancio economico e turistico del Gran Sasso. L’atto deliberativo con il quale la maggioranza di centrosinistra ha approvato il Piano industriale del Ctgs modifica pericolosamente il business plan 2014/2018 che già di suo presentava diverse storture e prevede la consegna di un patrimonio prezioso e importante della nostra città a un soggetto privato non meglio identificato. Inascoltati gli appelli lanciati dall’opposizione che ripetutamente ha chiesto il rinvio della delibera al fine di ristabilire procedure amministrative legittime e soluzioni che potessero salvaguardare il futuro del comprensorio sciistico e dei lavoratori del Ctgs, come ad esempio solo gli interventi legati ai finanziamenti già disponibili per le infrastrutture. L’arroganza e la cecità hanno prevalso sul principio del buon padre di famiglia. Il business plan prevede che il Comune rinunci al credito vantato nei confronti del Ctgs, ma questo viene smentito dalla delibera adottata dal consiglio comunale, facendo così saltare l’equilibrio finanziario del piano di investimento, non solo. Infatti tutti i fondi pubblici, sia quelli regionali che quelli statali, circa 14 milioni, saranno utilizzati a vantaggio di un soggetto privato; la delibera parla di Invitalia o società partecipata da quest’ultima. Cosa si nasconde dietro questo piano di rilancio? Chi sarà il privato che beneficerà di tutti questi fondi pubblici? Perché non sono mai stati coinvolti gli operatori locali? Infine il grottesco giallo della cessione del ramo d’azienda del Ctgs a favore di Invitalia, la quale però con una missiva dell’amministratore Arcuri dichiara: “Invitalia non ha alcun rapporto con la Ctgs spa, né alcun programma di privatizzazione dei beni”».


 



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