Ritardi ricostruzione, contestato Cialente

L'AQUILA - E' il giorno della protesta all'Aquila, dei cittadini che - ancora una volta - forzano le transenne e che entrano nella centro storico in macerie e blindato. Per protestare. Domenica scorsa, alla prima protesta, erano meno di trecento. Stavolta sono quasi mille. "Domenica prossima dobbiamo essere 30 mila..." urla qualcuno. E stavolta c'è anche il sindaco della città, Massimo Cialente. Da prima si mischia tra la folla, poi strattonato e accerchiato decide di parlare alla gente che inveisce contro di lui, il governatore Gianni Chiodi e la Protezione Civile.
"Calmi... state calmi - interviene il sindaco salendo su una panchina di piazza Palazzo per farsi ascoltare - è vero, è una indecenza che dopo dieci mesi ci sono ancora quattro milioni e mezzo di metri cubi di macerie. Ma questo problema lo deve risolvere il Governo. La Protezione Civile ci ha salutati venti giorni fa (quando Guido Bertolaso si è dimesso da commissario straordinario per la ricostruzione) senza trovare una soluzione al problema. Ma io dico che spetta a loro trovare una via d'uscita, liberarci dalle macerie".
La gente urla. "Sindaco - inveisce un ragazzo tra la folla - non ti sei fatto valere in questi mesi... Non ci hai difesi. Pensi solo alle telecamere... Non parlare alla Rai, parla con noi, con i tuoi cittadini". E tra la folla sbuca Maria Luisa Busi, giornalista del Tg1 che prova a fare una domanda al sindaco, ma viene accerchiata anche lei. "C'è il Tg1... Vergogna! Minzolini è al servizio di Berlusconi! Vergogna! - urla un ragazzo - sono dieci mesi che raccontate che all'Aquila va tutto bene. Grazie a voi gli italiani sono convinti che qui hanno ricostruito le case. Sono mesi che lo dite...". La Busi prova a replicare. "Non io...". "Mesi" insiste il giovane. E lei: "Non io...". E poi aggiunge: "e poi che ci posso fare...". Poco dopo, la protesta è proseguita con l'appendere simbolicamente delle chiavi sulle transenne del corso e dire così "riprendiamoci la città".
Stavolta, poi, non si sono accontentati di varcare le barricate per raggiungere piazza Palazzo, la piazza del Comune, ma hanno proseguito oltre raggiungendo via Sallustio, una delle arterie principali e di lì raggiungere tutti quei vicoli e vicoletti per 10 mesi interdetti ai cittadini dopo il terremoto del 6 aprile. (Da La Repubblica.it)
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