A Casale Cappelli nei pressi del Vasto, per onorare e ricordare il Partigiano Giovanni Vicenzo

Oggi 25 Aprile 2014, un nutrito gruppo di Cittadini di Paganica si è recato presso Casale Cappelli nei pressi del Vasto, per onorare e ricordare il Partigiano Giovanni Vicenzo barbaramente trucidato dai tedeschi il 5 Maggio 1944. nel video c'è la testimonianza di Angelo Spagnoli, testimone oculare che all'epoca era poco più di un ragazzo.



Le vicende storiche vissute in questi nostri paesi durante l'occupazione tedesca, i fatti sanguinosi che vi accaddero, i protagonisti (positivi e negativi) che vi presero parte sono riportati nel libro, dal titolo “Partigiani Pastori e Parà" di Antonio Muzi.

Parla delle persecuzioni, dei rastrellamenti di uomini e cose subiti, dei patimenti imposti e di quella che a buona ragione è stata definita "La resistenza bianca" cui dettero vita le nostre inermi popolazioni attraverso l'assistenza agli ex prigionieri alleati e ai partigiani. Sono passati 66 anni da allora ma molti dei fatti messi insieme da Antonio Muzi, sono ancora vivi nella memoria dei più anziani. La strage di Filetto e quella di Onna, lo scontro armato avvenuto a Casale Cappelli tra un gruppetto di partigiani ed una grossa formazione di repubblichini e tedeschi e la morte del partigiano Giovanni Vicenzo. Le notizie di cui parla Antonio Muzi si basano sulle rigorose ricerche d'Archivio fatte dall'autore ma molte sono anche quelle ricavate da scritti di autori diversi come Walter Cavalieri, Aldo Rasero, Demetrio Gianvincenzo e Alvaro Jovannitti. Per quanto riguarda i fatti di sangue, mi pare doveroso mettere in rilievo la sobrietà e la simpatia con cui l'autore mette in rilievo figure semplici ed umane ma anche fortemente determinate come quelle di Peppe Ferella, il calzolaio, capo indiscusso del gruppo partigiano di Tempera, la corsa disperata di Gaspare Santella e Alfredo Alfonsetti verso il Casale Cappelli per avvisare i partigiani dell'imminente attacco nemico. La severa personalità di Renato Franchi, il bilanciaio comunista di via Paganica, e quella ardimentosa di Alfredo Vivio, il pugile partigiano nominato vice Comandante dal capitano Giovanni Ricottilli. Un Ricottilli severo ed austero ma mai borioso o violento che, nelle sue memorie, rivendica il merito di aver servito il Re e la Patria partecipando alle campagne militari sul fronte greco-albanese e di Russia ma che, dopo l'otto settembre 1943, con identica fede non esita ad imbracciare il fucile contro i tedeschi ed i fascisti costituendo prima la Banda Campo Imperatore e poi raggiungendo la Brigata Maiella e meritandosi in combattimento la Medaglia d'Argento al Valore Militare. Ottima e puntuale la descrizione dei luoghi alpestri, residenza per molti mesi dell'anno dei contadini di Camarda e l'affannoso arrancare degli asini, fedeli ed indispensabili compagni di fatica dei loro padroni. Puntuali le discrezioni delle angherie messe in atto dai nazisti nei confronti degli incolpevoli Antonio Carrozzi, Antonio Tramontelli, Domenico Casilli e delle loro famiglie, la costante presenza delle "Cellule" comuniste di Aragno e Collebrincioni, le torture inflitte a Marcello Liberatore e ad Antonio Rauco a Collemaggio, la intraprendenza di Angelo Spagnoli che contravvenendo ad un ordine preciso si recò a Casale Cappelli dove riconobbe Giovanni Vicenzo dalla camicia a righe verdi che indossava la sera precedente quando aveva cenato alla casetta nostra assieme a Tatà.
Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento o desidera avere una copia del libro: “Partigiani Pastori e Parà”, è pregato di contattare via e-mail la nostra redazione: [email protected]
 

 

 



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