Nuove infrastrutture sul Gran Sasso, per albergatori e maestri di sci sono investimenti necessari

Guardano allo sviluppo del Gran Sasso in modo diametralmente opposto. Da una parte il Coordinamento emergenza ambiente Abruzzo, che raccoglie una trentina di associazioni ambientaliste, favorevoli ad uno sviluppo «ecologico» delle aree montane. Dall'altra, i maestri di sci e gli imprenditori locali, capeggiati da Luigi Faccia, che vedono nel nuovo piano industriale di sviluppo del Gran Sasso «l'unica strada praticabile per la sopravvivenza del turismo e di Campo Imperatore». Una spaccatura emersa con forza durante il convegno organizzato nell’albergo di Campo Imperatore, da una trentina di associazioni contrarie al progetto di infrastrutturazione del Gran Sasso. L’idea è quella di convertire, in chiave ecologica, i complessi turistico-sciistici della zona «attraverso interventi di risanamento e rinaturalizzazione del territorio». «Il nuovo impianto delle Fontari, pubblicato pochi giorni fa dal Centro turistico», sostiene il Coordinamento emergenza ambiente, a cui ha aderito anche la Federazione nazionale delle associazioni di escursionismo, «ha un valore di oltre 6 milioni di euro e comporterebbe la distruzione della preziosissima vegetazione di alta quota vicino all’osservatorio, ricca di habitat e di specie di interesse comunitario. Un intervento impattante, che potrebbe compromettere il piano di rinaturalizzazione e risanamento del territorio. Un piano basato sulla conversione, in chiave ecologica, dei principali complessi turistico-sciistici, con lo smantellamento degli impianti inattivi, la chiusura della viabilità minore, come la strada 17 bis di Campo Imperatore, dal bivio per Fonte Vetica all’albergo e il potenziamento della sentieristica». Una proposta che non trova il consenso delle associazioni dei maestri di sci e degli imprenditori della zona: «La seggiovia delle Fontari è obsoleta e va assolutamente sostituita», dichiara Luigi Faccia, «la sopravvivenza di Campo Imperatore dipende esclusivamente da questo progetto che deve andare in porto entro settembre. Il nuovo piano industriale di sviluppo del Gran Sasso non è altro che l’attuazione del piano d’area approvato da tutti gli enti nell’ormai lontano 2005: si tratta di investimenti non impattanti, necessari allo sviluppo futuro del Gran Sasso e alla crescita turistica ed economica del nostro comprensorio che rischia di diventare sempre più povero».

- da Il Centro -



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