OPERAI DEL CENTRO TURISTICO SI SONO INCATENATI SUI TRALICCI DELLA FUNIVIA

Clamorosa protesta degli operai del Centro Turistico Gran Sasso. Dalle prime informazioni, cinque operai si sono incatenati dalle 6 di questa mattina sui tralicci della Funivia del Gran Sasso. Le polemiche ambientaliste dei giorni scorsi e il mancato rinnovo dei contratti per il periodo estivo, ha portato gli operai a questa drammatica decisione. Chiedono di poter lavorare, alcuni di loro sono precari da più di 25 anni ed ora rischiano di rimanere a casa.

Sul posto si sono recati gli uomini della Digos e, da quanto si apprende, si attende il sindaco, Massimo Cialente.
A causa della protesta in atto, le corse della funivia sono bloccate.

Il piano industriale prevede la realizzazione della nuova seggiovia le Fontari, che sarebbe posta a poche decine di metri da quella attuale, un impianto nuovo e tecnologicamente avanzato da circa 6 milioni di euro provenienti da fondi Cipe.
Anche altri gli interventi previsti, come la realizzazione di cabinovie e nuovi impianti di risalita. Nei giorni scorsi il Coordinamento EmergenzAmbiente Abruzzo 2014, che riunisce 29 associazioni ambientaliste, ha polemizzato sul progetto chiedendo che il nuovo tracciato ricalchi in toto il vecchio senza danneggiare altro territorio e auspicando un ritiro del bando.


"Sulle Fontari io andrò avanti e se c’è chi, per motivi politici o clientelari, non si riconosce nel programma di governo, tra l’altro elaborato attraverso assemblee pubbliche, dica chiaramente alla città che sta lavorando per bloccare lo sviluppo turistico del nostro territorio". Il sindaco Massimo Cialente non ci sta a lasciare campo libero «a chi, con le minacce di esposti e ricorsi, ha finora imposto un modello di turismo che ha prodotto solo lo spopolamento dei centri montani». Anzi, passa al contrattacco annunciando una citazione per danni nei confronti «di chi lavorerà, attraverso ricorsi ed esposti, per bloccare l’avvio dei lavori. Stiamo parlando di progetti che molti di quei sedicenti ambientalisti non hanno neppure visto. Di cose che non conoscono. Se non riusciremo a fare la nuova seggiovia salterà tutto il piano con Invitalia. La stagione non potrà ripartire e non resterà altro da fare che licenziare i dipendenti del Centro turistico, che a quel punto dovrà chiudere i battenti con conseguenze gravissime anche per il comprensorio di Assergi. Ci ritroveremo a dover fare i conti con un danno di svariati milioni di euro e con la fine del progetto. Una cosa inaccettabile. Ragione per la quale», insiste il sindaco, «non resteremo a guardare. Promuoveremo azioni risarcitorie nei confronti di chi, firmando esposti e ricorsi, provocherà un danno economico e d’immagine al Comune. Già molti avvocati ci hanno offerto, in tal senso, il patrocinio gratuito. E promuoverò un referendum perché sia la gente ad esprimersi su alcuni punti fondamentali del piano strategico del Comune. Basta dar voce ai pochi soliti noti che non rappresentano nulla e nessuno. È arrivato il momento che in questa città ci si conti, perché siamo stanchi dei salotti dove c’è chi spettagola senza mai uscire allo scoperto». Poi l’affondo sugli ambientalisti arrivati da fuori. «Vengono qui a parlare di cose che non conoscono, mentre farebbero bene a organizzare convegni sugli scandali veri accaduti in Abruzzo: Bussi per citarne solo uno. Qui abbiamo fatto studi anche per l’illuminazione a freddo della funivia e c’è intesa con il Parco su tutto ciò che andremo a realizzare. Non accetto più che si possa mettere in ombra l’operato del Comune o che qualcuno ci definisca dei vandali . È un vero insulto e chi si è lanciato su questa strada dovrà essere pronto a subire le conseguenze. Basta con questa gente, la città ha altro di cui occuparsi. Ora c’è da lavorare su un progetto strategico in grado di proiettare L’Aquila tra le migliori città italiane ed europee. Cosa certa è che il nostro modello per lo sviluppo turistico è il Trentino». Tornando poi all’aspetto politico, per Cialente non si sta realizzando nulla di nuovo rispetto al programma di mandato. «Qualcuno è in cerca di pretesti, per fare evidentemente altro, senza capire che la musica è finita».
 



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