GRAN SASSO: "O PARTONO LAVORI O SI CHIUDE''

 "Capisco gli ambientalisti, la preoccupazione che dal rifacimento della seggiovia delle Fontari e dal progetto generale di sviluppo del Gran Sasso possano venire fuori degli scempi è legittima, ma ai rilievi fatti da loro fatti abbiamo risposto. Si può e si deve dubitare, ma non bloccare, non possiamo rischiare di chiudere la stazione sciistica. Questo gli ambientalisti devono capirlo, basterebbe sedersi intorno a un tavolo e dialogare".

Lo afferma Giovanni Lolli, esponente del Partito democratico aquilano, nel corso di una conferenza stampa di stamattina all’Hotel Castello dell’Aquila sul piano industriale del Gran Sasso, il cui nome è tornato ieri a far rumore per via della protesta di 6 lavoratori del Centro turistico che si sono arrampicati su un pilone della funivia di Fonte Cerreto, restandovi per 4 ore.

Lolli replica così agli strali vecchi e nuovi del coordinamento EmergenzAmbiente Abruzzo 2014, che riunisce 29 associazioni e movimenti per la tutela dell’ambiente. Alla conferenza hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, e il segretario regionale dell’Ugl, Piero Peretti, in rappresentanza dei lavoratori del Centro turistico, furiosi per via del mancato rispetto dell’accordo tra lo stesso Ctgs e la Gran Sasso Acqua secondo il quale, in caso di esuberi, sarebbero stati assorbiti dalla società di gestione idrica che, invece, ha emesso un bando per l’assunzione di 6 operai all’esterno.

"A tutte le obiezioni degli ambientalisti, sia locali che del territorio, abbiamo già risposto - rincara Lolli - ora è importante partire con i lavori alle Fontari, che non possiamo bloccare. Non so se ci sia un ‘disegno’ dietro a queste proteste, so che a Passo Lanciano si sta facendo un nuovo impianto e nessuno dice niente, a Roccaraso si sta rifacendo daccapo l’estensione dell’innevamento, idem come sopra. Non credo ci sia un accanimento nei nostri confronti, ma so che l’Ocse dice che una delle carte che possiamo giocarci per il futuro passa attraverso lo sviluppo compatibile del Gran Sasso, di cui lo sci alpino è solo un ‘pezzo’".

"Le nuove leggi - conclude Lolli - vietano al Comune di riparare le perdite economiche, come fatto fino a oggi, ma per privatizzare serve il piano industriale. Se qualcuno vuole bloccarci, bisogna dire chiaramente che sui piloni saliranno gli albergatori, perché lì il rischio è di chiudere tutto".


 



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