Riunire le cinque municipalizzate per evitare lo spreco di risorse pubbliche

Cinque municipalizzate, con altrettanti direttori, presidenti e collegi sindacali. Cinque uffici buste paga, e altrettante diverse sedi. Più due officine comunali per la riparazione e manutenzione dei mezzi, anche se resta l’abitudine a ricorrere a meccanici privati. Le aziende pubbliche aquilane sono un «carrozzone» che si traduce, a fine anno, in centinaia di migliaia di euro di spesa per le casse comunali. Altro che spending review: il Comune quasi sempre ci rimette. Colpa della mala gestione, dice il segretario regionale dell’Ugl, Piero Peretti, e della consuetudine di passate amministrazioni di «organizzare imbarcate di persone e promozioni interne, e creando una vera e propria cupola di privilegiati». Le cinque aziende Asm spa, Ama, Afm, Sed, Ctgs spesso «non sanno cosa fanno l’un l’altra e mancano di una regìa coerente», prosegue. «Ad esempio, non sanno se ci sono lavoratori che da un’azienda possono temporaneamente transitare in un’altra che ha bisogno di personale. Risultato? Si fa un bando per assumere (è il caso recente della Gsa), all’insaputa del sindaco e senza vedere se altrove ci sono lavoratori disoccupati. E’ capitato di recente, quando la notizia del bando per la Gsa ha convinto sei dipendenti del Ctgs a protestare arrampicandosi su un pilone della funivia del Gran Sasso». «Ci vorrebbe un’azienda unica», propone Peretti, «che porterebbe a una riduzione notevole dei costi. E invece il Comune che fa? Per la manutenzione e pulizia del Progetto Case, vuole costituire un’altra municipalizzata». I NUMERI. L’Asm ha 165 dipendenti e un milione di euro di debito. L’Ama ha 118 gli autisti. Nel 2012 l’azienda per il trasporto pubblico urbano ha chiuso in pareggio, ma nel 2013 con 850mila euro di debito. All’Afm (Azienda farmaceutica) lavorano 79 persone suddivise tra 44 nel servizio farmaceutico e 22 nell’ambito del polo pedagogico «Casetta fantasia». Dieci educatrici, inoltre, lavorano per il pre-scuola. Ad esse si aggiungono tre addetti alle affissioni (sono gli ex cimiteriali). Chiude quest’anno con 162mila euro di debito, un paradosso anche per il sindaco Cialente, visto che si tratta di un’azienda che dovrebbe fare utili nel settore delle farmacie. Di qui la decisione del sindaco di aprire la comunale del Torrione 24 ore al giorno. La sua idea è di utilizzare i farmacisti già in organico, ma secondo l’Ugl l’assunzione di un altro dipendente sarà obbligata. Sull’Afm pesa la scelta di esternalizzare i servizi cimiteriali, fino a qualche tempo fa affidati a cinque dipendenti (150mila euro l’anno). Servizio ora affidato a una cooperativa esterna per 190mila euro, mentre i cinque ex dipendenti, ora disoccupati, sono rimasti «a busta paga» del Comune. «Ma se c’erano già persone che facevano il servizio cimiteriale completo, perché esternalizzare?», chiede Peretti. Il Ctgs, invece, dà lavoro a 21 persone, di cui: 7 tra biglietteria e amministrazione; 14 tra funivia e addetti agli impianti sciistici. Chiude con 1,4 milioni di debito. «La sopravvivenza», aggiunge il sindacalista, «dipende dall’avvio del piano di rilancio industriale del comprensorio». Il Sed con 22 dipendenti chiude, invece, in pareggio.
 



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