Si toglie la vita per sfuggire a Equitalia I funerali nel Convento di San Giovanni di Capestrano

Parenti, amici e rappresentanti istituzionali si sono stretti per dare l'ultimo saluto a Elio Bartolomucci, l'uomo di 52 anni che avrebbe deciso di togliersi la vita impiccandosi nella sua abitazione di Calascio, in cui viveva con la madre di 88 anni. La stessa casa che Equitalia voleva sottrargli a causa di alcuni debiti insoluti accumulati per cercare di mandare avanti, con suo fratello minore, l'attività da elettricista. I funerali sono stati celebrati nel convento di San Giovanni a Capestrano.

La casa paterna, era finita nel mirino dei creditori in giacca e cravatta di una banca che l’avrebbero messa in vendita. E cacciato chi vi abitava. Un vento cattivo, di morte, arrivato, valicando le montagne che circondano uno dei centri più piccoli tra quelli pedemontani del Gran Sasso. Ieri l’altro alle 6 Elio non è sceso, come sempre, a fare colazione. La porta della sua stanza è rimasta chiusa. E l’anziana madre Concetta, 88 anni, ha telefonato al bar per chiedere aiuto. L’hanno trovato senza vita. Sulla scena resta un’immagine già immortalata da Michelangelo: una madre che piange il figlio morto. Sconcerto a Calascio per la scomparsa del 52enne che ha dedicato, raccontano i compaesani, tutta una vita al lavoro. Adattandosi anche a fare l’operaio a giornata, ora qua ora là, tra Ofena e Capestrano, per sbarcare il lunario. I problemi sono arrivati tutti assieme. E con essi i debiti, i primi pignoramenti. Le visite dell’esattore. Come in un gorgo mortale, anche la casa è finita nel mirino della banca. Per risparmiare un altro trauma all’anziana genitrice, si erano inerpicati fin quassù anche assistenti sociali, medici legali. Avevano pensato, per lei, a un trasferimento in casa di riposo. Gli ultimi giorni, raccontano in paese con estrema ritrosia, erano stati di grande angoscia. E, per lui, di un tormento indicibile. Ogni bussata alla porta un sussulto. In quella casa, anche mettere una firma sotto a un atto di donazione era diventato un terrore. Eppure, a ridare i soldi alle banche ci avevano provato. Ma il gorgo li ha trascinati giù. «Un grande lavoratore», dice mentre piange il sindaco Antonio Matarelli, che si fa portavoce del dolore della minuscola comunità calascina. «Sono profondamente addolorato e segnato da questo dramma. Una famiglia dignitosa, laboriosa. Elio? Un pezzo di pane, ha sempre lavorato, gli volevamo bene». Eppure non è bastato. È arrivata la ventata cattiva, è entrata in quella stanza e ci è rimasta. Neppure un posto così piccolo – e così ameno – è riuscito a custodire la vita di Elio.

 



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