PIANO INDUSTRIALE DEL GRAN SASSO: ''BASTA OSTRUZIONISMO AMBIENTALISTICO''

 “Cessi l’ostruzionismo ambientalistico al nuovo turismo di Campo Imperatore”.

Riceviamo e pubblichiamo una nota del giornalista Amedeo Esposito sulla questione del piano industriale del Gran Sasso e le opposizioni degli ambientalisti agli interventi per i nuovi impianti.

LA NOTA INTEGRALE

La valorizzazione del Centro turistico del Gran Sasso, nelle sue potenzialità scientifiche e del turismo di massa, è stato sempre (a partire dall’inizio del XX secolo) su un’”impervia salita” disseminata di ostacoli ed ostruzionismi.

Lo prova, se ve ne fosse bisogno, l’attuale ingiustificabile, ancorché arrogante opposizione degli ambientalisti all’istallazione di nuovi impianti alle Fontari di Campo Imperatore, “senza i quali – avverte il sindaco Massimo Cialente – la stazione turistica è destinata alla chiusura”
Va detto che Massimo Cialente è l’ultimo, in ordine di tempo, che affronta il “combattimento” contro la cecità della “purezza ideologica e dell’ambientalismo” e la mancanza di fondi, che hanno affossato nella zona progetti turistici anche avveniristici.

All’inizio del Novecento si pensò di portare ai piedi del Gran Sasso folle di pellegrini, dopo l’installazione - mai avvenuta per l’opposizione dei massoni, dei socialisti e degli anticlericali del tempo – sul Corno Grande di una grande statua bronzea del Redentore con le braccia aperte verso la valle aquilana e la città eterna (copia di quella statua può ammirarsi entro la Chiesa di Cristo re).

Si dovettero attendere gli anni seguenti al 1932, perchè sorgesse il Centro turistico del Gran Sasso, così come lo conosciamo oggi, con la costruzione alle Fontari della stazione di arrivo della funivia e dell’albergo “Amedeo di Savoia” (inizialmente destinato a casa da gioco).

Il facitore del centro, Adelchi Serena, oltre a superare le ostilità dei proprietari dei terreni occupati, fu costretto alle dimissioni da ministro e da alto gerarca fascista dopo un furibondo alterco – nell’anticamera dello studio di Mussolini – con il suo rivale il titolare dell’agricoltura, che lo accusò di aver sperperato danaro pubblico sulle pietre del Gran Sasso.
Il caso volle però che il mondo si accorgesse, non già di quel ministro dell’agricoltura, ma del centro turistico di Campo Imperatore, quando il 12 settembre del 1943, Benito Mussolini fu “rapito”  (non “liberato”, come usa) dai paracadutisti della Wehrmacht di Hitler.

Per lungo tempo, dopo la seconda guerra mondiale, l’aspetto turistico fu trascurato in favore delle iniziative scientifiche, principiate con la costruzione, sempre nell’area delle Fontari, dell’osservatorio astronomico e del “giardino botanico” che l’università di Roma avrebbe dovuto sostituire (ma così non fu) a quello precedentemente usato di Chanousia del Piccolo S.Bernardo, passato, in seguito al trattato di pace, alla Francia.

Seguì, a partire dal 1982, il grande scavo dei laboratori di ricerca dell'INFN – ormai patrimonio mondiale – per il quale Marco Pannella accusò, fra l’altro, l’ideatore Antonino Zichichi di “costruirvi la bomba atomica e crearvi un rifugio atomico per il governo di Roma”.

Potremmo proseguire per un bel pezzo nel percorrere l’erta salita dello sviluppo turistico di Campo Imperatore, che fu sempre spina nel fianco delle amministrazioni civiche repubblicane, come lo è oggi, aggravata dagli oppositori dei nuovi impianti.

Erta salita che però dovrà assolutamente spianarsi perché la città possa avere quel poco o tanto che si aspetta, anche dalla valorizzazione delle Fontari, dal turismo, una delle ”reti” per mantenere unite, soprattutto, le future generazioni aquilane.


 



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