Circoscrizione Assergi-Camarda, Scipioni su individuazione siti per lo smaltimento delle macerie

La problematica dello smaltimento delle macerie degli edifici danneggiati o crollati dopo il sisma del 6 aprile è una tematica di grande attualità in questi giorni. In qualità di Presidente della Circoscrizione di Camarda, a seguito della proposta di individuare uno dei siti di stoccaggio nella zona di Cesarano mi preme sottolineare con forza che una simile decisione comporterebbe non poche conseguenze sia dal punto di vista ambientale che antropologico. La zona di Cesarano è infattiun altipiano da sempre considerato di grande valore ambientale, attualmente destinata alla lavorazione dei campi in una forma di agricoltura che da decenni rappresenta non solamente una forma di sostentamento per chi la pratica, ma anche una sorta di zona franca per la popolazione che intende tramandare con forte convincimento le tradizioni agricole. Il sima ha sconvolto l’assetto della città e il nostro paese è stato individuato tra quelli nei quali realizzare, come poi è avvenuto, uno degli insediamenti del progetto C.A.S.E. E’ con lo stesso spirito di collaborazione e di profonda consapevolezza che il problema macerie impone, che mi sento di sottolineare come eventuali decisioni prese dall’alto per la localizzazione di un sito di stoccaggio non risponderebbero a quel sacrosanto diritto di partecipazione democratica al progetto di ricostruzione dell’intera città. Voglio spiegarmi aggiungendo che l’individuazione del sito di Cesarano, fatta a tavolino sulla base di mere deduzioni tecniche, rischia di compromettere una delle ultime porzioni di territorio della circoscrizione di Camarda nelle quali poter garantire agli abitanti un minimo di continuità nella loro, spesso atavica, attività agricola.Già in passato la stessa zona era stata interessata, ci furono delle proteste dei comitati e dal Consiglio di Circoscrizione stesso.
Consapevole dell’importanza del problema e con spirito di collaborazione per la risoluzione di esso, anche sulla base di una conoscenza profonda del nostro territorio, avanziamo l’ipotesi di considerare sfruttabile per lo stoccaggio delle macerie altre zone limitrofe che garantirebbero la stessa funzione, ma con minor impatto soprattutto sulla sfera individuale dei singoli agricoltori? Mi auguro che chi stia decidendo su un questo tema tanto delicato, voglia interpellare anche noi che abbiamo un rapporto quotidiano con la popolazione dei singoli borghi perché solamente da queste sinergie possono nascere progetti condivisi per una razionale ricostruzione. Già l’Assessore Moroni, con cui ho avuto un colloquio telefonico, mi ha assicurato un sopralluogo congiunto a giorni.



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