L’ultima religiosa lascia San Leonardo - Monastero senza suore chiude dopo sette secoli

Raccontano che quando madre Maria Bernarda Di Piero – 84 anni, di Collicello di Cagnano Amiterno, l’ultima suora a lasciare il monastero cistercense di San Leonardo fondato dai Benedettini – si è chiusa dietro le spalle quel portone, forse pensando di voltare l’ultima pagina di un libro lungo sette secoli, gli occhi le si siano riempiti di lacrime. Ha retto alle leggi eversive postunitarie che soppressero gli ordini religiosi e ne incamerarono tutti i beni. Ha resistito alla furia dei terremoti (1600, 1703 e 2009), dopo i quali è stato sempre ricostruito, e dei saccheggi. Nel 1550 una masnada di banditi fece irruzione nelle sacre mura seviziando e uccidendo molte suore. Ma quella famiglia religiosa si è sempre riaggregata. Non ha retto, invece, il monastero, alla crisi di vocazioni religiose che ha portato la comunità a ridursi prima a due poi a una sola unità. Erano rimaste due suore, una anziana e l’altra giovane, quindi mancava il «numero legale» per fare comunità. La più giovane, pochi mesi prima della chiusura, ha scelto di entrare in un’altra famiglia religiosa, quella delle suore vocazioniste. Con lei, due anni fa, il monastero aveva varcato le grate finendo anche sul web con un sito Internet molto apprezzato, dove le suore interagivano con la grande rete. La chiusura, più volte annunciata e puntualmente differita, è inesorabilmente arrivata. La popolazione locale non l’ha presa bene, è ovvio. Ma alla fine è stata costretta ad adeguarsi alle norme canoniche. Le suore, del resto, sono state sempre benvolute da tutti e venivano regolarmente visitate dai residenti. Ora, dopo sette secoli di storia, ha chiuso, forse definitivamente, i battenti questo luogo di preghiera e di azione secondo la regola di San Benedetto. Dietro a quelle grate del monastero di via San Giuseppe, che domina dall’alto i paesi della piana di Montereale, adesso non c’è più nessuno. Niente più tè e tisichelle, i biscottini fatti in casa al sapore di anice che ogni visitatore delle operose suorine riceveva come benvenuto appena varcata la soglia del parlatorio, insieme al rituale saluto «Sia lodato Gesù e Maria» ripetuto anche al telefono che, adesso, non squilla più. Niente più messa alle 7 di ogni mattina, niente feste comandate come quelle in onore di San Benedetto, San Bernardo e San Leonardo. Non è bastata neppure una generosa raccolta di firme promossa da un gruppo di cittadini sostenitori del monastero in tutto il territorio di Montereale per cercare di scongiurare l’addio delle suore. L’extra omnes, il fuori tutti, è stato deciso dalla casa madre del sacro ordine cistercense di Santa Susanna che ha sede a Roma in via XX Settembre. L’ultima messa, quasi a chiudere un cerchio iniziato nel 1440 (data di fondazione del monastero) vi è stata celebrata da un benedettino, don Serafino Lo Iacono, che segue anche altre sei parrocchie e che ogni mattina alle 7 celebrava la liturgia. Ora, in attesa di sapere che fine farà l’immobile, con i suoi tesori artistici, i monterealesi si aspettano che, almeno nel periodo estivo, quando la popolazione dell’Alto Aterno si triplica per la presenza dei tanti emigrati di ritorno dalla Capitale e in fuga dalla calura romana, le suore possano venire a godersi il fresco nel monastero dalle stanze vuote.
 



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