Il Senecio Africano invade i pascoli del Parco Nazionale del Gran sasso e Monti della Laga

Si svolgerà domani 3 luglio alle ore 21.00 presso la sala convegni di San Colombo di Barisciano, un incontro pubblico con i tecnici del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga relativo all’espansione, sul nostro territorio, del Senecio africano (nome scientifico: Senecio inaequidens). Purtroppo gli organizzatori non hanno saputo fornire delle immagini della pianta, che sarebbero risultate molto utili se rappresenta un’emergenza da arginare. Pubblichiamo quelle disponibili su Internet, sperando che siano giuste.
Si tratta di una pianta non autoctona, proveniente dal Sud Africa, che sta rapidamente colonizzando il nostro territorio. Per ora è rimasta confinata agli ambienti già degradati, come i margini stradali o zone interessate da movimentazioni del terreno, ma è stato osservato come, negli ultimi anni, la pianta abbia teso ad invadere i pascoli, soppiantando la vegetazione naturale e alterando sensibilmente sia l’ecosistema che il paesaggio. Poiché la pianta contiene degli alcaloidi tossici che potrebbero ritrovarsi nel latte e nel miele, l’Ente Parco intende immediatamente mettere in campo azioni volte al contenimento della specie, prima che diventi un problema reale per le aziende e per l’economia agropastorale del territorio.
Infatti, affinché tali azioni siano efficaci, occorre che la popolazione prenda da subito coscienza del problema e collabori con le istituzioni, salvaguardando la qualità dei prodotti delle aziende zootecniche ed apistiche, oltre che l’integrità della biodiversità del proprio territorio.
Nel corso dell’incontro saranno esposti i contenuti di uno specifico progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente e condivise le attuali conoscenze sulla diffusione della specie nel Parco e i potenziali rischi in caso di maggior diffusione, anche sulla base di quanto già avvenuto in altre zone d’Europa.
Dato l’interesse generale della tematica, l’Ente Parco invita tutti i cittadini a partecipare all’incontro, il quale permetterà di conoscere dal vero la specie invasiva e di raccogliere qualsiasi osservazione utile in merito al comportamento del bestiame e delle api. L’Ente, infatti, ritiene indispensabile individuare da subito le zone prioritarie di intervento per la campagna di eradicazione, che sarà effettuata da personale specializzato ma anche da quanti vorranno unirsi per dare un contributo personale al contenimento della specie.


 



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