L’abbraccio del paese all’uomo rimasto schiacciato dal suo trattore oggi i funerali

Un intero paese in lutto e sotto shock per la morte di Giovanni Tiberi, l’autista 55enne dell’Ama (Azienda per la mobilità aquilana). L’uomo, molto conosciuto non soltanto nel suo paese d’origine, è rimasto schiacciato sotto al peso del suo trattore carico di legna in un tratto di montagna ripido a Tornimparte, in località Cerasolo. Da tutti era conoscuto come Giovanni «de Tiberò», un soprannome che stava a indicare il padre Pietro da cui aveva ripreso la stazza e la bontà, unite a una grande generosità. Il padre Pietro fu un combattente in Russia durante la Seconda Guerra Mondiale, dalla quale tornò, superstite, salvando anche due alpini tornimpartesi. Era un tipo d’altri tempi, Giovanni, cordiale e sempre calmo, appassionato cacciatore, amante della montagna e delle tradizioni popolari del suo comprensorio. «Una delle colonne portanti del rito millenario del Calenne», come ricorda uno degli organizzatori della manifestazione annuale dell’Albero del Maggio a Tornimparte. Ed era una colonna portante non solo metaforicamente, grazie alla sua capacità di fare squadra dovuta al carattere buono, affabile. Ma anche fisicamente, per la sua corporatura robusta che ne faceva un punto di riferimento nelle iniziative in paese. «Aveva la forza di alzarlo con le sue braccia il trattore che invece lo ha portato via», racconta Vincenzo, un suo compaesano, riferendosi alla forza fisica dell’autista rimasto ucciso domenica scorsa nel bosco di San Giovanni, sulle montagne di Tornimparte, dov’era andato a cercare qualche quintale di legna. Il mezzo che lo ha intrappolato non è ancora stato recuperato dai vigili del fuoco a causa della difficoltà di raggiungere il luogo impervio in cui si è ribaltato. Ora il paese si prepara a dargli l’addio – i funerali verranno celebrati oggi alle 17 nella chiesa parrocchiale di San Panfilo, a Villagrande – stringendosi intanto intorno alla famiglia, alla moglie Cristina, alle figlie Claudia ed Elena, al fratello Domenico e al nipote Pietro. «Ma è difficile sopportare la scomparsa di un valido volontario, di una persona sempre attiva nelle attività della Pro loco», spiega Domenico Fusari, presidente della Pro loco di Tornimparte. «Tutto il paese è sgomento, da Capo La Villa (la frazione di cui Giovanni Tiberi era originario, ndr) a quella di Rocca Santo Stefano. Una persona che collaborava al massimo», prosegue Fusari, «e un padre esemplare. Non ho mai sentito dire una parola fuori posto. Una di quelle persone di cui non ci si può dimenticare». A ricordare la scomparsa dell’autista, attraverso un volantino, anche l’Associazione culturale «Fonte Vecchia» di cui Giovanni era membro. «Lo aspettavo domenica per l’ora di pranzo, e invece mi sono ritrovato a cercarlo per i boschi di Cerasolo», racconta uno dei sui amici più stretti, ancora molto provato per la tragica esperienza. «La sua è stata una fine che nessuno si sarebbe aspettato, ma forse è andato incontro al suo ineluttabile destino».

- da Il Centro -



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