Gran Sasso, esposto della Blundo alla magistratura per la nuova Seggiovia

Nuovo tentativo di fermare la realizzazione della nuova Seggiovia a Campo Imperatore. Con il bando ormai chiuso e la commissione che si appresta a valutare le proposte pervenute, sulla gara per l’aggiudicazione dei lavori per la nuova seggiovia delle Fontari piomba l’esposto firmato dalla senatrice grillina Enza Blundo. La denuncia, inviata alla Procura della Repubblica, al comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato dell’Aquila e al Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Pescara, si riferisce a presunte irregolarità nelle procedure adottate per l’emanazione del bando europeo per la realizzazione dell’impianto a Campo Imperatore. La senatrice Blundo chiede di sapere «se nei fatti esposti non possano ravvisarsi reati penali, tra i quali quelli previsti dagli articoli 323 (abuso d’ufficio) e 328 (omissione d’atti d’ufficio), a carico del responsabile del bando Adolfo Saotta, del sindaco Massimo Cialente e di altri che fossero successivamente individuati». In particolare, il Movimento 5 Stelle contesta che il progetto preliminare della nuova seggiovia, nonché gli studi di impatto ambientale e di incidenza ambientale, siano stati depositati negli uffici della Regione, della Provincia e del Comune 38 giorni dopo la pubblicazione del bando di gara, contravvenendo a quanto disposto dalla normativa regionale: «E ciò nonostante i ripetuti appelli del Coordinamento emergenza ambiente Abruzzo 2014», afferma Blundo, «che ha chiesto più volte che i citati documenti fossero resi pubblici. Il sindaco ha invece replicato negativamente e i toni utilizzati si sono rivelati sorprendenti e non consoni alla carica istituzionale ricoperta, considerando che primo dovere del sindaco è di rispettare e far rispettare le procedure previste dalla legge». Secondo la senatrice, il progetto della nuova seggiovia sarebbe «il primo di una serie di opere devastanti per l’ambiente, la cui realizzazione si inquadra nel piano di sviluppo e valorizzazione dell’area aquilana, che prevede ingenti investimenti nel settore degli impianti e delle infrastrutture sciistiche, con gravissimi danni all’ambiente del territorio compreso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Progetti disastrosi dal punto di vista economico, considerato che la permanenza del manto nevoso alle quote previste è sempre più breve», conclude Blundo, «e la stagione turistica è comunque molto ridotta nel tempo».

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo