Cialente: "Subito i lavori, altrimenti sarò costretto a liquidare il Centro turistico&qu

 «Le Fontari non si toccano e il Piano d’area per completare le attrezzature ricettive del comprensorio turistico del Gran Sasso deve andare avanti. Se non si agisce subito sarò costretto a chiudere il Centro turistico. E a rimetterci, oltre al territorio nel suo complesso, sarebbero prima di tutto i lavoratori». A pochi giorni dalla pubblicazione dello studio del Cresa sull’andamento del turismo in Abruzzo, il sindaco Massimo Cialente torna a ribadire la necessità di portare avanti l’infrastrutturazione degli impianti sciistici dell’area Scindarella-Montecristo, a cominciare dalla seggiovia delle Fontari. L’occasione per ribadire il proprio convincimento, è stato il convegno «Biodiversità e turismo eco-sostenibile sul Gran Sasso d’Italia» che si è tenuto ieri a Fonte Cerreto nell’ambito del Festival del Gran Sasso, alla presenza, tra gli altri, del vicepresidente della Regione, Giovanni Lolli, del presidente del Parco, Arturo Diaconale, del presidente della Dmc Gran Sasso, Alfonso D’Alfonso e del consigliere nazionale del Wwf, Dante Caserta. Un dibattito incentrato sull’idea che il Gran Sasso è non solo neve, ma anche alpinismo, cicloturismo e borghi da visitare. Così, mentre Cialente e Lolli hanno ribadito l’importanza di realizzare il Piano d’area, Diaconale e Caserta hanno esortato «a rispettare le norme di tutela del Parco». «Il rilancio turistico del Gran Sasso», ha precisato il presidente del Parco, «si deve sviluppare tutto l’anno». Una mano in tal senso a cambiare un vecchio modo di pensare il turismo, è arrivata arriva dalla Dmc (Destination management company), frutto di una riforma voluta dalla precedente giunta regionale.

- da Il Centro -



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