Fra sport e tradizione Corsa del cappello, stasera sfida tra rioni

- di Raffaele Alloggia - Questa sera alle 18 a Paganica primo appuntamento con la «Corsa del Cappello». Una tradizione che affonda nei secoli e riscoperta da un sacerdote. Don Riccardo Fiaschetti di Lucoli, parroco di Paganica sin dal 30 settembre 1964, proveniente dalla parrocchia di Rocca di Mezzo, ebbe subito un approccio di autentico cambiamento con i giovani paganichesi. Di fatto già nell’aprile del 1966 uscì il primo numero dell’«Eco della Madonna d’Appari», un bollettino mensile per tenere informati tutti gli emigranti paganichesi nel mondo di ciò che accadeva nel proprio paese. Nel 1972 ideò la prima «Sagra del Fagiolo», un successo eccezionale di pubblico, anche perché si mangiava e beveva gratuitamente, coordinava il team di giovani una brillante Marisa Bernardi e del gruppo era parte integrante Rocco Di Tomasso impegnato anche con la squadra di volley, venuto a mancare prematuramente qualche giorno fa. Don Riccardo, amante delle tradizioni della civiltà contadina, rispolverò dal libro «Notizie Storiche e Topografiche di Paganica» (scritto da Achille Ciuffoletti nel 1889) la Corsa del Cappello, le cui prime notizie risalgono intorno al 1650, allora detta «Corsa dei Ragazzi». In queste lontane edizioni, il cappello rappresentava un ambìto premio che ricevevano i vincitori, non come oggi che costituisce il «testimone» della staffetta. Va detto anche, che sia nelle modalità che nel percorso non corrispondeva assolutamente alla competizione attuale. Così nel 1973 in occasione della seconda Sagra del Fagiolo, si svolse la prima Corsa del Cappello, intorno a un circuito che partendo dalla Piazza della Concezione si snodava per Via del Rio, Via Sant’Emidio, Corso Duca degli Abruzzi e poi da Piazza Umberto I° a Piazza della Concezione. Questo circuito i partecipanti dei quattro Rioni dovevano ripeterlo due volte. In questa prima edizione, chi scrive partecipò per il Colle insieme a Mariano Volpe, Giuseppe Rotellini, Giustino Fiore e il giovane Mauro Masciovecchio. Il trofeo fu vinto dai «Rioni Riuniti» con Corradino Gallucci, Guido Mastracci, Giuseppe De Paulis, Elio Ferella e Carlo Cicino. Il Rione Colle arrivò secondo ma si sarebbe rifatto negli anni successivi. Quelli erano anni in cui tra i Rioni c’era una forte rivalità, per cui lungo tutto il tragitto c’erano centinaia di persone che incitavano e applaudivano i concorrenti. Un grande entusiasmo e una grande emozione che durò solo qualche anno, poi tutto ricadde nell’oblio. Nel 1992, un gruppo di anziani contadini forse per nostalgia, seminarono a grano un grosso appezzamento, con l’intento di rievocare tutte le fasi dalla semina alla trebbiatura e poi la macinatura, così fino al marzo del 1995; quando per meglio curare tutti i dettagli dell’intera manifestazione, si costituì a Paganica, l’associazione culturale «Il Moro» di cui io fui uno dei soci fondatori, in una delle prime riunioni per la programmazione degli eventi dell’anno riproposi «La Corsa del Cappello» proposta accettata subito dal direttivo coordinato dall’ingegner Claudio Panone. Con l’intento di far conoscere le bellezze architettoniche del nostro centro storico, si pensò così, di tracciare un itinerario per «La Corsa del Cappello» che si inerpicava dalla piazza al Colle passando per il Rione Sant’Antonio per poi abbracciare Pietralata, percorrendo vicoli, archi, scalette, discese e repentine salite, lungo le quali in una seconda «gara» tra Rioni si mettevano in mostra gli oggetti della Civiltà Contadina che nel giro di pochi anni è scomparsa sotto i nostri occhi ed è già divenuta oggetto da museo etnografico. Anche nella seconda ri-edizione , quella del 1996, il Rione Piazza vinse con Domenico Leone, Mirko Giambernardini, Ivan Luisi e Silvio Piccinini. Piazza Umberto I° dove il punto di partenza coincideva con quello dell’arrivo, era gremita di gente all’inverosimile, altrettanto lungo il percorso, la premiazione fu fatta dal neoeletto presidente della Regione Antonio Falconio. La manifestazione suscitò molto interesse in tutto il comprensorio, tanto da sollecitare l’associazione a coinvolgere anche le frazioni dell’ex comune di Paganica. Nella fase finale, disputata il 1° Novembre in occasione della famosa «Fiera dei Santi», parteciparono le frazioni di Tempera, Pescomaggiore, San Gregorio, Onna e Bazzano. Per Paganica partecipò la squadra del Rione risultata vincente dalla disputa paganichese che in quell’occasione fu il Rione della Piazza. La «Corsa del Cappello» proseguì per tre edizioni. Poi, per difficoltà nel reperimento degli atleti, dovute anche a una situazione di crisi delle attività sportive locali, dopo sporadici tentativi andati a vuoto, ricadde di nuovo nell’oblio. Dopo quest’ulteriore prolungata sospensione, un gruppo di ragazzi appassionati di tradizioni e folklore popolare e mossi dai bei ricordi delle edizioni precedenti, nel 2008 costituirono una nuova associazione culturale, la Fenice, che innovò la competizione con una veste più moderna avvalendosi di nuovi elementi scenografici, oltre che tecnologici. Fu di nuovo un gran successo che vide una notevole partecipazione di giovani pervasi da una forte voglia di confrontarsi e legati dall’appartenenza, fino a quel momento latente, al proprio Rione di origine. Anche la partecipazione del pubblico adulto, incuriosito dalle novità apportate, fu elevata. Fu confermato lo stesso percorso già testato nel triennio 1995-1997; così come fu confermata la sfida con le frazioni dell’ex Comune di Paganica. La Corsa del Cappello non si è fermata neanche dopo la tragedia provocata dal sisma del 6 aprile 2009. Molte le difficoltà logistiche incontrate che, però, non scoraggiarono gli organizzatori, animati com’erano da un forte spirito di iniziativa, dando ai paganichesi un forte segnale di speranza e mantenendo così viva l’antica tradizione. La gara tra i 4 Rioni, costretti ad abbandonare il percorso dei luoghi tradizionali del centro storico divenuto inagibile, fra una grande commozione si snodò tra i quattro campi di accoglienza della Protezione Civile che ospitavano la popolazione paganichese, quasi a rappresentare i quattro Rioni di Paganica. Dal terremoto del 6 aprile a oggi il percorso, di 2,3 chilometri è stato riadattato alla parte accessibile del paese tutt’intorno alla zona rossa, teso, come in un abbraccio simbolico, a far rivivere il forte legame con quei vicoli, archi e sdruccioli che, seppur vecchi, piegati e malconci rappresentano ancora la nostra storia, le nostre radici. Oggi per l’ennesima volta i quattro Rioni storici si daranno battaglia fino all’ultimo centimetro per aggiudicarsi il traguardo posto alla Villa Comunale di Paganica. Domani invece, i quattro migliori tempi dei partecipanti dei quattro Rioni se la vedranno con i borghi dell’ex Comune di Paganica.

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo