Gran Sasso: "Bisogna uscire dalla palude delle polemiche e dei divieti"

«Occorre programmare uno sviluppo eco-compatibile, con offerte tutto l’anno. Basta con la politica dei veti e con l’imbalsamazione del Gran Sasso». Sul futuro della montagna aquilana ha le idee chiare l’assessore comunale al turismo Lelio De Santis, che a settembre istituirà un tavolo tecnico-politico, con la partecipazione della Regione e di tutti i soggetti interessati al piano di rilancio del Gran Sasso. De Santis entra nel dibattito in corso tra ambientalisti e amministratori, premendo il piede sull’acceleratore: «Sono almeno 30 anni», sottolinea, «che assistiamo alle solite schermaglie estive e a ridosso della stagione bianca, in cui chiunque si sveglia la mattina vuole dire la sua. E intanto il Gran Sasso se ne sta imbalsamato, nonostante le enormi potenzialità. Credo sia giunta l’ora di far convergere tutte le posizioni e aprire un confronto in cui le istituzioni preposte alla programmazione, Comune e Parco in primis, facciano finalmente le scelte necessarie. Ma bisogna uscire dalla palude delle polemiche e dei divieti. Chi critica non sempre lo fa in buona fede. E accanto a posizioni rispettabili, tra gli ambientalisti, credo ci sia anche chi parli solo a livello personale, e non a nome delle associazioni di cui fa parte». L’ultima diatriba è nata sulla costruzione della nuova seggiovia delle Fontari e sulla possibilità di istituire parcheggi a pagamento in quota, annunciata dal sindaco Massimo Cialente. Secondo De Santis, «non è più rinviabile un progetto complessivo di sviluppo del Gran Sasso, a cui si lega necessariamente la rinascita di tutto il territorio. Un progetto in cui la natura va tutelata, ma anche fruita, e in cui la Regione deve fare la sua parte, integrando la promozione di mare e montagna». Sono tre gli obiettivi su cui lavorare: «Intanto», spiega De Santis, «per rendere competitivo il turismo invernale, gli impianti vanno modernizzati. E si può farlo senza deturpare l’ambiente. In tutte le stazioni sciistiche dell’arco alpino gli impianti scendono fino ai paesi e agli utenti vengono garantiti sicurezza e comfort. Poi si deve attrezzare il turismo estivo, potenziando i sentieri, il parco faunistico, finanziato anche dal Comune, e le attività sportive. Con le strutture adatte si potrebbero ospitare anche i ritiri delle squadre di calcio. Infine, montagna e città devono diventare un unicum. Arrivare all’Aquila significa poter andare sul Gran Sasso e viceversa. Devono capirlo gli operatori, che finora sono sembrati poco uniti. Ho preso contatti con la Borsa del turismo a Trento: si deve ragionare in grande, ci vogliono slancio e ambizione, se vogliamo diventare la capitale dell’Appennino».
- da Il Centro -

 



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