La liberazione di Mussolini da Campo Imperatore 71 anni fa

Il 12 settembre 1943 la località di Assergi è stata teatro di un avvenimento storico: la liberazione di Mussolini.
Come è noto, Mussolini era stato imprigionato (confinato) presso l’albergo di Campo Imperatore, in attesa del giudizio: i suoi collaboratori decisero pertanto un’operazione difficilissima e delicatissima per liberarlo, blizt passato poi alla storia con il nome di “OPERAZIONE QUERCIA”. L’operazione, di alta strategia militare, è stata condotta congiuntamente via cielo e via terra, con un sincronismo ed un’organizzazione veramente incredibili per la tecnologia di allora.
Ripercorriamo quei momenti insieme.

Il convoglio aereo dell'operazione Eiche giunge nel cielo di Campo Imperatore. I velivoli sorvolano l'obiettivo per distribuirsi le zone di atterraggio. Allo stesso tempo, la colonna degli autocarri con i paracadutisti tedeschi avanza, nella valle del Raiale, passando per Paganica e Camarda, in direzione della stazione di base della funivia.
Arrivati ad Assergi, in prossimità dei pagliai presenti all’epoca, al chilometro 18, apre il fuoco contro una guardia forestale, Pasqualino Vitocco, il quale stava accorrendo per dar man forte al posto di blocco. L'uomo è immediatamente soccorso dalla moglie e da Costanzo Alloggia (Nandino); le sue ferite sono molto gravi e la Guardia Forestale purtroppo morirà il giorno dopo presso l'ospedale civile dell'Aquila. La pattuglia riesce a raggiungere la stazione di base della funivia in Località Fonte Cerreto: la pattuglia dei tedeschi, comandata dal Tenente Weber riesce ad occupare la stazione dopo un breve ma intenso conflitto a fuoco.
Giovanni Natali, un carabiniere che si trova esposto al fuoco tedesco muore nei pressi della stazione della funivia; altri due badogliani sono feriti dalle bombe a mano lanciate dagli assalitori nelle finestre della palazzina, adiacente allo sbarramento stradale. Gli italiani, che, attenendosi agli ordini, non hanno sparato un colpo, sono disarmati ed i tedeschi ne spezzano i moschetti. Portata a compimento l’occupazione della stazione base e disarmati i badogliani superstiti, utilizzando la funivia, i paracadutisti salgono a piccoli gruppi all'albergo di Campo Imperatore.

Nel cielo, frattanto, i rimorchiatori, nascosti dalla vetta, sganciano gli alianti. Questi, superato lo sperone della montagna, calano all'improvviso da ogni parte sul pianoro di Campo Imperatore, con una “dolce” picchiata.
Gli alianti prendono terra fra le rocce tutto intorno all'albergo. Il primo a raggiungere l'obiettivo è il velivolo di Meyer - Wehner, con Skorzeny e Soleti.

Ma cerchiamo di rivivere, dalla voce dei protagonisti dell’epoca, l’intera vicenda, come una specie di “flash-back” a di 71 anni di distanza: ascoltiamo la testimonianza di Sante Vitocco (figlio di Pasquale Vitocco), intervistato in Australia dove vive.

Nel video che segue una intervista a Vincenzina Vitocco (sorella di Pasquale Vitocco) recentemente scomparsa e Costanzo Alloggia (Nandino) che ci hanno raccontato come è stato vissuto quel giorno del 12 settembre del 1943.

Il commando di paracadutisti tedeschi della 2. Fallschirmjäger-Division, guidati dal maggiore Harald-Otto Mors, scesero a Campo Imperatore con dieci alianti DFS 230. Nelle foto alcuni di questi alianti e la foto di un ammortizzatore di uno degli alianti che si trova ancora custodito ad Assergi insieme ad altri reperti storici.

 



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