Vicepreside dell'ITIS spintonata durante l’occupazione

«La professoressa stava parlando agli alunni con toni molto pacati, mai si sarebbe aspettata di essere spintonata e di cadere a terra». La preside dell’istituto superiore Amedeo d’Aosta (Itis, Itc, Itas, Turistico e delle Scienze applicate) Pasqualina Tarullo è ancora turbata quando racconta l’episodio accaduto nella mattinata di ieri e che ha segnato negativamente l’apertura dell’ormai annuale settimana di occupazione delle scuole aquilane. Una protesta che ha coinvolto tutti gli istituti superiori, in varie forme (occupazioni, assemblee straordinarie, autogestioni) come accade da decenni ogni autunno. «La cosa grave è che adesso si sta perdendo il controllo della situazione», continua la preside. «È che non siamo più in grado di garantire la sicurezza di docenti e alunni. Quanto accaduto dà il quadro della situazione». L’episodio, che mai aveva avuto precedenti nella serie degli «autunni caldi» delle scuole aquilane, è avvenuto ieri nella primissima mattinata. «Normalmente chiudiamo i cancelli alle 8,10, ma poiché avevamo notato una certa confusione, abbiamo deciso di aspettare e di chiuderli alle 8,16 circa», racconta la Tarullo. «Subito dopo quell’orario una docente, per far entrare un gruppo di ragazzi che volevano seguire le lezioni, ha deciso di riaprire il portone. Davanti a sé ha trovato alcuni di quelli che definirei “facinorosi”, decisi a occupare la scuola, ma rimasti all’esterno. L’insegnante ha cercato di spiegare loro che non sarebbero potuti entrare, ma i giovani non hanno sentito ragioni: con uno spintone hanno fatto cadere a terra la docente che è stata poi portata al pronto soccorso». Fortunatamente, almeno da quanto desunto dalle prime analisi, l’insegnante non dovrebbe aver riportato grossi traumi. Stamattina, comunque, dovrà tornare in ospedale per ulteriori accertamenti. «Si tratta di un atto di sopraffazione e violenza che non possiamo non condannare», continua la preside. «Stiamo perciò valutando la possibilità di sporgere denuncia nei confronti di questi ragazzi. Mi sembra che non ci siano più regole e che i giovani aquilani pensino di poter fare quello che vogliono, in ogni situazione». Preoccupato delle «cattive abitudini» dei ragazzi anche il preside del Cotugno (licei Classico, Musicale, Linguistico e delle Scienze umane) Angelo Mancini. «Mi pare che le motivazioni per questa occupazione siano davvero inconsistenti», spiega. «Penso piuttosto che si sia ragionato nell’ottica di perdere una settimana di lezioni. Un atteggiamento che stride fortemente con la situazione che la città vive». A capo della protesta il movimento «Studenti aquilani uniti», che ieri ha diffuso un breve documento in cui si spiegano le ragioni del malcontento: la mancanza di una struttura destinata all’aggregazione dei giovani e di una consulta di studenti che si possa rapportare con il Comune. «Il movimento si risveglia solo in questa occasione», sbotta Mancini. «Ho chiesto lo sgombero della scuola, coinvolgendo la questura, la Digos e la prefettura, ma di fatto in queste occasioni i presidi sono soli e devono accollarsi ogni responsabilità, mentre i ragazzi pensano di poter fare qualsiasi cosa senza controllo. Una situazione che sta diventando più grave di anno in anno, a cui è necessario porre un freno».

 



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