Pecilli prolunga l’apertura - L’albergo di Mussolini chiude il 12 ottobre

 Non chiude, lo storico albergo di Campo Imperatore. Ma solo fino al 12 ottobre. L’imprenditore Paolo Pecilli, che ha gestito la struttura negli ultimi due anni e mezzo e il cui contratto è scaduto ieri, si è impegnato con il Centro turistico del Gran Sasso a garantire per altri 12 giorni i servizi minimi a turisti a visitatori. Vale a dire bar e servizi igienici. Nel frattempo, l’azienda pubblicherà un nuovo bando per la gestione, il cui affidamento durerà i soliti sei o sette mesi. «Il problema è proprio questo», sottolinea Pecilli, «e cioè il fatto che in materia di Gran Sasso si tira a campare, ormai da troppo tempo. Mi sono impegnato a mantenere aperto l’albergo fino al 12 ottobre, per un senso di responsabilità nei confronti di quanti amano e frequentano la montagna aquilana. Non ho ancora deciso se rispondere al nuovo bando per la gestione, che dovrebbe essere pubblicato nelle prossime ore. Devo vederne prima i contenuti. Del resto, qualunque imprenditore che vada a gestire una struttura ricettiva del genere solo per sei mesi l’anno, non avrà alcun interesse a programmare interventi di ristrutturazione, che invece sono assolutamente necessari, per immobili sottoposti a usura e decadimento. L’albergo è già pieno di infiltrazioni d’acqua e piuttosto fatiscente: potrebbe anche non reggere un’altra invernata». Senza l’apertura dell’albergo non può essere messa in funzione neanche la funivia di Fonte Cerreto, in quanto la normativa impone, in caso di guasti all’impianto, la presenza di un rifugio in quota. Incerto anche il futuro dell’ostello e dell’hotel Cristallo, che devono essere ristrutturati entrambi e sono chiusi da un pezzo. «Con queste prospettive», aggiunge Pecilli, «è difficile pensare al rilancio del Gran Sasso. C’è grande attesa intorno all’ingresso di Invitalia nella società del Centro turistico, ma l’operazione è ancora in alto mare. Si guarda all’esterno, aspettando un segnale del governo, eppure ci sarebbero imprenditori aquilani capaci, pronti a darsi da fare. Nel frattempo, si perdono per strada canali di finanziamento come i bandi regionali, ai quali si poteva attingere per mettere in cantiere opere indispensabili. Ci sono fondi Cipe già disponibili, come quelli per i lavori all’ostello, ma ancora non si predispone il progetto. Insomma», conclude amareggiato l’imprenditore Pecilli, «vedo tanta improvvisazione, si sprecano energie e risorse, le strutture ricettive cadono a pezzi. E l’economia del territorio va sempre peggio».


- da Il Centro -



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