La disperazione di un assergese che vive al "Progetto Case"

Da tre anni non ha un lavoro. La sua casa, come quella di molti altri aquilani, è stata distrutta dal terremoto. È costretto a vivere senza uno stipendio all’interno del Progetto Case di Assergi e da giorni non riesce neanche a mettere qualcosa sotto i denti. È per questo che Maurizio Cialfi, 58 anni, aquilano, ex manovale, ha chiesto più volte al Comune di poter cambiare sistemazione per avvicinarsi alla Mensa di Celestino, dove potrebbe avere almeno un pasto caldo. «Nessuno vuole sentirne parlare», dice. «Ho chiesto aiuto ai servizi sociali, al Comune dell’Aquila, ma niente. Abitare in città per me significherebbe anche poter cercare lavoro con più facilità. Ad Assergi è tutto più complicato: siamo lontani da ogni servizio, i trasporti sono scarsi e il freddo si fa sentire con maggiore intensità, soprattutto per chi non può pagare il riscaldamento. Non ho rinnovato l’assicurazione della macchina e quindi ho difficoltà a spostarmi. Giorno dopo giorno sto morendo di fame. Ho sempre lavorato nell’edilizia, come manovale, ma oggi mi dicono che per andare in pensione sono troppo giovane e che per essere assunto sono troppo vecchio. Non ho una famiglia né parenti che possono aiutarmi. A chi devo rivolgermi?». Maurizio è ora disperato: per lui pagare le bollette che arrivano puntuali ogni mese è impossibile. «Ho più di tremila euro di riscaldamento arretrato e sono stato minacciato di essere sfrattato», racconta. «Facessero pure. Sotto i ponti non ci vado e a rubare neanche, piuttosto torno nella mia casa inagibile ad Assergi, una casa rurale, dove sono vissuto fino al 2009. Chi mi avrà portato a questa decisione se ne prenderà la responsabilità. Il terremoto ha dato lavoro a molti stranieri, ma sono tanti gli aquilani che invece muoiono di fame, dimenticati da tutti».

- da Il Centro -



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