Sono state recuperate le salme dei due alpini morti sul Gran Sasso

I soccorritori dell'esercito, personale specialisti del nono reggimento alpini, hanno recuperato, assieme ai tecnici del corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, i due militari pugliesi precipitati in un burrone sul massiccio del Gran Sasso venerdì scorso, mentre erano intenti in una escursione per raggiungere la vetta del Corno Grande. I due, entrambi di origine pugliese e alpini in servizio attivo nella caserma 'Pasquali' dell'Aquila erano poi scivolati in un dirupo con diversi sbalzi di roccia per circa 200 metri, dalla via Normale direzione Valle dei Ginepri.

Si è trattato di un'operazione complessa, condotta congiuntamente dal soccorso alpino e dagli alpieri del nono alpini dell'esercito che, giunti stamani sul luogo dell'incidente, hanno messo in atto le predisposizioni tecniche per il recupero delle salme che erano state messe in delle barelle assicurate in parete. Le condizioni atmosferiche, anche oggi difficili, hanno reso estremamente impegnative le attività di recupero, che nei giorni scorsi erano state più volte interrotte a causa del forte vento e delle abbondanti nevicate. Soltanto oggi, dunque, è stato possibile recuperare i corpi dei due alpini.

Giunti ai Prati di Tivo e salutati dagli alpini del nono reggimento, i genitori e i parenti potranno soffermarsi con i loro cari nella camera ardente allestita all'interno della caserma Pasquali. Il sostituto procuratore della Repubblica di Teramo, titolare dell'indagine per competenza territoriale, ha già concesso la restituzione delle salme ai congiunti delle vittime.



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