Piccole banche... aprono Pronte Vomano e L’Aquila

Un piccolo, piccolissimo istituto di credito con un solo sportello bancario a servizio del territorio, ossia di micro imprese, artigiani, famiglie e giovani. A questo aspira la costituenda Banca dell'Aquila, un piccolo istituto di credito cooperativo che con il suo sportello servirà la città dell'Aquila e tutti i Comuni con essa confinanti. L'avventura è partita un paio di anni fa, grazie al'intuizione e anche a un pizzico di follia di un gruppo di professionisti che ha voluto tentare di coprire il vuoto lasciato dalla fine della Carispaq, la storica Cassa di risparmio del territorio riassorbita dalla Banca popolare dell'Emilia Romagna. D'altra parte, in una città colpita dal terremoto e da ricostruire non si può pensare di risparmiare: si deve investire. Nell'ottobre 2013 il Comitato promotore della Banca dell'Aquila ha deliberato la chiusura positiva dell'offerta pubblica di sottoscrizione della Banca cooperativa, con il raggiungimento di 4 milioni di euro sottoscritti da 1.301 persone. All'inizio di ottobre di quest'anno, nella compagine promotrice sono entrate anche l'Ance, la Confcommercio, la Cna, la Cassa edile, il Cpt, EdilConfidi e persino L'Aquila Calcio, oltre a numerosi professionisti, politici, imprenditori dell'Aquila. Essendo una cooperativa, la futura banca si ispirerà ai principi della cooperazione mutualistica e avrà anche lo scopo più «profondo» di «perseguire il miglioramento delle condizioni morali, culturali ed economiche» nel territorio, come spiega il neo-presidente del Comitato promotore, Americo Di Benedetto. Ossia colui che è stato indicato come il traghettatore del nuovo organismo bancario verso il raggiungimento di un capitale di 5 milioni di euro, requisito finanziario necessario per ottenere l'autorizzazione della Banca d'Italia per la nascita di un istituto di credito. A oggi, si è fermi a 2,5 milioni. Dottor Di Benedetto, cosa succede? «La banca ha un capitale sottoscritto, la famosa dichiarazione d'intento, che è un atto notarile che 1.300 persone si sono impegnate a rispettare; mille hanno versato, e siamo a 2,5 milioni, 300 no. Adesso si devono rimodulare le sottoscrizioni tra questi soci, per arrivare a 4 milioni anche attraverso nuovi soggetti. Raggiunti i quattro milioni, si potrà costituire la società, però attraverso un impegno finanziario di un ulteriore milione per arrivare a 5». In un contesto di crisi del settore bancario, qual è il ruolo di un piccolo istituto di credito come questo? «I grossi gruppi bancari operano nell'ambito degli investimenti che riguardano grandi progetti e importi rilevanti. La criticità riguarda i piccoli istituti, intesi come coloro che hanno bisogno di denaro, perché sono a base territoriale non tanto ampia, come Tercas e Carispaq, che alla fine si svuotano perché l'economia è frenata e non ci sono più grandi disponibilità. L'Aquila stessa, che aveva una grande propensione al risparmio, ha cambiato le sue abitudini. Soprattutto dopo il sisma. Non aveva esigenza di investire, oggi la situazione si è ribaltata. E tante attività hanno bisogno di ossigeno». Ma chi puo' darlo? «Non gli istituti che sono rimasti qui: Bper, Monte dei Paschi, Banca nazionale del Lavoro e così via, che guardano a profili diversi. Ieri mattina il direttore generale Bper, Fabrizio Togni, in visita all'Aquila, ha descritto i servizi che l'istituto di credito del suo gruppo eroga: consulenze per il trust, per i prestiti obbligazionari, per i project financing. Insomma: per utenti che non hanno bisogno di soldi, ma che devono investire in grandi opere. Invece, la nostra realtà ha bisogno di un'interlocuzione diretta per micro prestiti». Perche' un istituto di credito cooperativo? «Perché non deve fare utili. Sono i soggetti stessi che si uniscono e “fanno banca”. I soci non devono avere una remunerazione del capitale. Dopodiché un profilo medio alto di servizi possono essere dati grazie al sostegno della federazione e della banca di credito cooperativo regionale. E' la forza del grande mondo delle cooperative, che si fonda sul sostegno e sulla mutualità».

- da Il Centro -



Condividi

    



Commenta L'Articolo