PARCO URBANO LA MURATA GIGOTTI, UN'OASI NEL CUORE DI COPPITO

L’area della Murata si estende su una superficie di circa otto ettari all’interno dell’abitato di Coppito e nella zona, in virtù della sua estensione,rappresenta un caso esemplare di parco urbano, acquistato dal Comune dell'Aquila nel 2013. Uscito pressoché indenne dall’espansione urbanistica degli ultimi decenni, il Parco della Murata rappresenta l’eredità di un'antica tenuta
agricola recintata risalente al XVI secolo (le cosiddette “terre chiuse”). Nel 1754 risulta di proprietà di don Pietro Ciavola, uno dei più grandi proprietari terrieri del circondario aquilano nel XVIII secolo, e passerà alla famiglia Gigotti verso la metà del 1800. La Murata era annessa al Palazzo di don Pietro (situato di fronte all'ingresso del Parco su via Ciavola allora inesistente), al Casale e ospitava la stalla per i buoi aratorii, la stalla per i cavalli da sella e da carrozza, il pagliaio, la ferreria per la manutenzione degli attrezzi, la colombaia, i granai, la cantina, la neviera,“l'ara” selciata per trebbiare e battere i cereali, “l'asca” per pigiare l'uva e un torchio (ancora esistente) con vite in legno e trave ricavata da ununico tronco lungo 8 mt e diametro di 190 cm. Fino a quarant'anni fa la Murata era coltivata, soprattutto a frumento e vigneto.
Gli antichi proprietari, inoltre, per sopportare meglio la canicola, realizzarono un'area ricreativa, panoramica e fresca mettendo a dimora specie arboree sempreverdi, principalmente pino nero, pino silvestre e cedro. Nella zona sommitale, infatti, posta a sud-ovest, si estende un boschetto di conifere di circa due ettari. La scelta di piante sempreverdi, non autoctone, si prestava allo scopo meglio delle specie arboree autoctone caducifoglie quali la roverella, l’olmo e l’orniello. Una particolarità dell’area è rappresentata da un percorso antico alberato di aceri campestri, ora secolari, che dal Casale, attraverso una “galleria verde”, si conclude a sud con un'esedra a ridosso di un altro ingresso ora murato. La galleria,
realizzata con “innesti per approssimazione” tra i rami delle piante, è un esempio notevole di arte topiaria. Il persorso antico, carrozzabile, si dirama verso ovest e conduce sulla radura all’interno del boschetto. L’abbandono subìto dall’area negli ultimi decenni e il raggiungimento di un’età avanzata delle piante del boschetto, ha determinato un peggioramento dello stato fitosanitario degli alberi.
L'azione di bonifica e di rimboschimento portata avanti dalla Pro Loco di Coppito ha consentito di eliminare gli alberi malati o in precarie condizioni di stabilità, la reintegra con varietà autoctone e la piantumazione di nuovi esemplari. Ciò ha reso completamente fruibile il boschetto e l'intera area del parco. Le specie autoctone, inoltre, stanno riprendendo il sopravvento e notevole è il numero delle varietà arboree presenti
(querce, aceri, olmi, noci, sorbi, cotogni, ornielli, peri, ciliegi, meli, pruni, mandorli, etc.). All'alba e al tramonto è possibile osservare cardellini, aironi cinerini, passeri, tortore, upupe, gufi, civette, cornacchie, merli, “ciaole” e scoiattoli. A volte si scoprono tracce del passaggio di volpi.
La Pro Loco di Coppito, da sempre, promuove attività e iniziative che valorizzino l'aspetto naturalistico e culturale del Parco della Murata.

Antonella Ciotti e Giampiero Negrini



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26-11-2014 - Grazie Giampaolo per aver contribuito a divulgare la notizia. Ci tengo a precisare comunque che il testo pubblicato non è di mia redazione ma è stato scritto da Antonella Ciotti e da Giampiero Negrini. Un caro saluto e grazie ancora per il servizio svolgi in queste pagine per noi aquilani

ricciouno