Gran Sasso: presto la candidatura a patrimonio dell’umanità

Dentro, un cuore tecnologico, i laboratori sotterranei di ricerca piu’ grandi al mondo; fuori, un concentrato di bellezze naturali, storia e cultura, che potrebbero valere al Gran Sasso, la montagna piu’ alta dell’Italia peninsulare, l’ingresso nella lista dei patrimoni Unesco. Attorno al comitato ‘Amici del Gran Sasso d’Italia’, promotore della candidatura del massiccio a patrimonio naturale dell’umanita’, si sta coagulando un movimento composto da italiani – abruzzesi e non solo – e nostri compatrioti residenti all’estero: giovani, agricoltori, imprenditori, politici no (“O meglio non ancora, l’iniziativa nasce dal basso, anche se in futuro sara’ inevitabile coinvolgere le istituzioni”, ha precisato Walter Mazzitti, a capo del comitato ed ex presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso, presentando il progetto oggi a Roma). Accanto all’associazione nazionale lavorera’ un comitato scientifico incaricato di stilare un documento finale (forse gia’ entro il 30 marzo, termine ultimo per la presentazione delle candidature 2015) compatibile con i criteri dell’Unesco. E, se e’ indubbio che questi siano piuttosto rigidi, e’ altrettanto vero che il massiccio abruzzese ha dalla sua parecchi punti di forza: la maggiore biodiversita’ in ambito europeo e mediterraneo, con 2346 specie vegetali censite, lo spettacolare altopiano di Campo Imperatore, il ghiacciaio del Calderone, alla latitudine piu’ bassa d’Europa, i boschi piu’ antichi d’Italia; senza contare l’importanza delle attivita’ umane che per secoli hanno segnato questo territorio, la transumanza, l’agricoltura a campi aperti, la costruzione di castelli, abbazie e borghi che oggi sono mete turistiche apprezzate in tutto il mondo. Come Santo Stefano di Sessanio, 120 abitanti e una ventina di strutture ricettive, rinato soprattutto grazie ad un imprenditore milanese, Daniel Kihlgren, che ha acquistato decine di abitazioni abbandonate e ne ha ricavato un ‘albergo diffuso’ in cui hanno soggiornato perfino i reali del Belgio. Eppure ancora non basta: “Questo massiccio e’ un brand che non stiamo sfruttando”, ha detto Fabio Pingue, neo presidente di Confindustria Abruzzo: “Ricominciamo innanzitutto a chiamarlo con il suo nome completo, Gran Sasso d’Italia, perche’ e’ un bene di tutti, non solo della nostra regione”.

 



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