Giardino Alpino di Campo Imperatore senza fondi dal 2009. Struttura a rischio chiusura

Si è chiusa con un grido d’allarme sul rischio chiusura del Giardino Alpino di Campo Imperatore a causa della mancanza di fondi, la presentazione del volume (avvenuta martedì 9 dicembre presso l'aula magna del Dipartimento di Scienze Umane dell'Università dell'Aquila) che ne racconta la storia e la sua valenza scientifica.

La struttura istituita nel 1950 e voluta dal primo rettore dell’Università dell’Aquila, Vincenzo Rivera, è senza finanziamenti dal 2009 nonostante, durante la sua breve apertura al pubblico, da giugno a settembre di ogni anno a causa del clima, registri in media cinquemila visitatori.

Anche per questo si è voluto pubblicare l’opera Fioriture in alta quota: il Giardino Alpino di Campo Imperatore dedicato alla città dell’Aquila e agli aquilani.

A cura di Loretta Pace e Paolo Fasciani, pubblicato dalla casa editrice L’Una dell’ateneo aquilano, il volume raccoglie gli interventi di botanici, zoologi e geologi del Dipartimento di Medicina clinica, Sanità pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente (Mesva): Maurizio Biondi, Giovanni Pacioni, Gianfranco Pirone, Gianluca Ferrini e di Maurizio Sista dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità dell’Aquila- Corpo Forestale dello Stato.

Un lavoro corale e ricco che intende far capire quanto sia forte il legame tra L’Aquila e il Gran Sasso attraverso il racconto di uno dei gioielli che si trovano su questa montagna: il Giardino Alpino di Campo Imperatore dell’Università degli Studi dell’Aquila è unico nel suo genere per essere situato a 2117 metri di altitudine e per avere a dimora entità della flora alpina di particolare interesse botanico. Insomma un luogo raro da custodire e valorizzare “perchè testimonia – scrive la curatrice nell’introduzione – il valore multidisciplinare di un luogo che da sempre ospita studiosi di diversi settori scientifici e offre a tutti gli appassionati la possibilità di conoscere la flora di altitudine”.

Il volume è arricchito da 72 tavole iconografiche, veri capolavori realizzati da illustratori scientifici di fama, che rappresentano le specie più importanti e rare che il Giardino conserva come Gentiana lutea, Androsace mathildae, Artemisia umbelliformis subsp. eriantha, Adonis distorta, Pulsatilla alpina subsp. millefoliata, Carlina acaulis subsp. caulescens.

Alla presentazione, oltre agli autori ha partecipato il Prof. Raffaele Colapietra che ha tenuto una relazione dal titolo “La tradizione dell’alta cultura all’Aquila fino all’istituzione dell’Università”, a conlcusione una testimonianza della nobile famiglia Rivera con i saluti di Vincenzo Rivera pronipote del primo Rettore dell’Ateneo aquilano che ha tratteggiato la figura dle primo rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila. Un particolare ringraziamento è andato all’Associazione e Coro Cantabruzzo, diretto dalla M° Rossella Pezzuti, che ha terminato al serata con un concerto dedicato ai Canti di Montagna.


 



Condividi

    



Commenta L'Articolo