Quest’anno sei vittime sul Gran Sasso

L'incidente di ieri è solo l'ultimo fra quelli avvenuti negli di recente sul massiccio del Gran Sasso. Circa un mese fa, sulla montagna teramana persero la vita Giovanni De Giorgi, 26 anni, di Galatina (Lecce) e Massimiliano Cassa, 28 anni, di Corato (Bari), i due alpini che erano scivolati durante un'escursione. In servizio nella caserma di L'Aquila, i due militari, partiti da Campo Imperatore, erano stati molto probabilmente disorientati dalla nebbia, ed erano scivolati in un dirupo per circa 200 metri dalla via Normale, nel vallone dei Ginepri. I corpi dei due alpini erano stati ritrovati il giorno successivo all'incidente, lo scorso 15 novembre, a 2.600 metri di quota. Invece, come nella tragedia avvenuta ieri, era stata una slavina a procurare la morte di Mario Celli, medico 32enne (specializzando in ginecologia) dell'Aquila travolto da una valanga lo scorso 28 gennaio. Il giovane era deceduto a Campo Imperatore, mentre era intento a fare un fuoripista in prossimità della località di Scontrone. Celli era finito sotto una spessa coltre di neve, ed il primo a ritrovarlo era stato il fratello Paolo, grazie ad un apparecchio per la ricerca di persone travolte dalla neve. In un primo momento, il 33enne era riuscito a scampare alla morte grazie all'intervento dei medici del 118 ma, una volta portato all'ospedale "Mazzini", era deceduto a causa di uno shock cardiogeno ed edema polmonare e cerebrale. Risale allo scorso 22 giugno, invece, l'incidente che provocò la morte di Pier Giorgio Andrea Tedioli, escursionista 67enne originario di Cremona. L'uomo era intento a scendere dal Corno Grande quando, a circa 2.300 metri di quota, aveva perso l'equilibrio ed era scivolato per 200 metri. Sempre una slavina era stata la causa che comportò il decesso di Gerard Damiani, sciatore napoletano che era stato travolto da una valanga nel febbraio del 2013, sulle piste da sci di Roccaraso. Nel gennaio 2013 erano stati Fabrizio Di Giansante e Lanfranco Castiglione a trovare la morte sul monte Pratello, a causa di una slavina. I due facevano parte della squadra di Soccorso alpino di Penne ed erano stati ritrovati alcuni giorni dopo la loro scomparsa. Nel gennaio 2010, sul Gran Sasso, una valanga aveva causato la morte degli escursionisti romani Francesca Laera e Franco Mataloni. I due erano stati sorpresi dalla slavina mentre effettuavano un'escursione a quota 2.400 metri.

 



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