Dalla Notte dei ricercatori al Backstage Univaq

Una città universitaria è certamente quella che attrae studenti attraverso le migliori opportunità didattiche collegandole ad un alto livello dei servizi, ma è soprattutto quella che fa sentire gli studenti parte di una comunità viva. Il primo appuntamento di "BaU" ovvero Backstage Univaq è stato degno di una città realmente universitaria. Si tratta di una “officina laboratorio” poco istituzionalmente organizzata «per l’ideazione, disseminazione ed organizzazione di eventi in cui l’università dell’Aquila si apre alla città e al mondo». L’origine e l’orizzonte è la Notte dei ricercatori, quella passata, un vero successo in città, e quella che verrà nel 2015. Nel tardo pomeriggio di mercoledì quando tanti aquilani erano intenti nello shopping natalizio, tanti altri hanno preso una pausa per immergersi nell'evento che ha visto dialogare due insigni docenti. Dal dipartimento di Scienze umane dell'Aquila arriva Simone Gozzano, direttore dello stesso e professore ordinario di Logica e Filosofia della scienza, dal Gran Sasso Science Instiute Goran Senjanovic, docente di punta della scuola, fisico teorico di fama mondiale che ha portato con la sua originalità di pensiero contributi dirompenti alla comprensione della fisica dei neutrini. Un incontro che ha immerso il pubblico in qualcosa di unico: si è parlato di fisica e filosofia, di scienza e democrazia, di simmetria e pregiudizio, di democrazia. A legare gli interventi la musica, con gli applauditissimi Marino Capulli al violino e Pierpaolo Di Giandomenico al violoncello del complesso cameristico gli Archi dei Cherubini. Studenti, docenti, cittadini di ogni età hanno ascoltato i professori per oltre due ore. Un evento degno di una città che si vuole sentire culla della cultura, una serata per unire e diffondere conoscenza, come spiega il promotore dell’iniziativa, il ricercatore Luca Ottaviano. «Con la notte dei ricercatori abbiamo creato una rete trasversale nell’università, abbiamo sviluppato buone pratiche di coinvolgimento di tutte le aree e tutte le competenze, dallo studente al professore, dal tecnico al ricercatore. Ciò è stato dirompente, l’Università talvolta è rigida e invece abbiamo voluto rompere gli schemi per non mettere fine a quelle esperienze positive. La nostra è una organizzazione anarchica, nel senso che non c’è un controllo verticistico, e c’è sempre l’obiettivo dell’apertura. In italiano non c’è una parola per il concetto inglese di “outreach” ovvero tutto ciò che fa l’Università e l’Accademia per aprirsi alla società. Questo è ciò che noi vogliamo fare». Il noi comprende varie persone, tra ricercatori, tecnici e professori che hanno collaborato: Federica Aielli, Massimo Prosperococco, Gianna Fattore, Gianluca Ferrin, Elio Ursini, Maria Grazia Perilli e Gianluca Colaiuda. La prima serata, che si è conclusa con porchetta e lasagne fatte dagli studenti, è stata un vero successo, con le persone che hanno occupato ogni spazio libero dell’atrio della facoltà di Scienze a Coppito. «Con cadenza trimestrale intendiamo andare avanti» ha detto Ottaviano «questa serata è costata duecento euro, e chi doveva essere pagato, tecnici audio, fotografi, musicisti ci ha invece ringraziato».
- da Il Centro -

 



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